12.6.12

"Un lottatore formidabile e muto”. La morte di Verdi (di Giovanna Gabrielli)

27 gennaio 1901
Per cinque giorni, da quando il Maestro, nella sua stanza dell'Hotel Milan, era stato colto da un malore, Milano era come ammutolita.
Verdi è in agonia e le strade attorno sono coperte di paglia, per attutire il rumore delle carrozze e dei tram a cavalli.
È il silenzio il protagonista delle ultime ore del Maestro, il silenzio attonito dei milanesi che, quasi in punta di piedi, si soffermano a leggere i bollettini medici esposti per strada.
Al capezzale del malato, la figlia adottiva Maria, l'amica soprano Teresa Stolz e Pietro Grocco, il medico devoto di sempre, primo, alle 2:50 del 27 gennaio 1901, ad annunciare la morte a una città sotto choc che, in un doloroso rituale, darà il suo saluto alla salma, composta al primo piano dell'albergo. Scelto come alloggio dal Maestro "per stare più vicino alla Scala".
Tre giorni dopo, all'alba, "con un carro funebre di terza classe tirato da un modestissimo cavalluccio", com'era suo preciso desiderio, Verdi verrà sepolto al Monumentale, accanto alla moglie, Giuseppina Strepponi, prima dell'ultimo viaggio alla Casa di Riposo per Musicisti, la "sua opera più bella".
Scriverà Arrigo Boito, "... è morto magnificamente, come un lottatore formidabile e muto...".

"Il fatto", 27 gennaio 2012

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