Ganzer |
Colpiscono, infatti, le analogie con l’operazione Brushwood, rivelatasi in gran parte un ballon d’essai. Forse vale proprio la pena ricordare che il teorema accusatorio messo in essere dalla Pm Manuela Comodi è stato pesantemente ridimensionato dai giudici del Tribunale di Terni che, poco più di un anno fa, hanno emesso sentenza nei confronti dei 4 giovani spoletini bollati come “eco-terroristi”. Per due di loro nessuna associazione sovversiva, solo scritte sui muri e danneggiamenti.
Per gli altri due il riconoscimento del reato associativo ha comunque comportato una pena molto ridotta rispetto a quella chiesta dal Pm, segno di un quadro probatorio incerto, che sarà complicato per l’accusa ripresentare in appello.
Eppure a leggere i giornali sembra che la memoria di cronisti e commentatori si sia inceppata. Anzi, qualche ardimentoso, non esita, anche a costo di figuracce, a risalire proprio alla vicenda dei giovani spoletini come momento originario di questo nuovo “male” destinato a travolgerci. Non ci stanno facendo mancare nulla: riflettori sugli “eroi” salvatori e pesanti ombre sui “mostri”, interviste-tappetino, l’immancabile parere dell’esperto (nella verde Umbria anche il terrorista vive meglio?). Insomma un vero e proprio circo Barnum.
Nessuno che si sia preso la briga non diciamo di aprire un’inchiesta parallela, ma quantomeno di assumere una posizione deontologicamente corretta e quindi equidistante da accusa e difesa. Le uniche fonti sono quelle inquirenti: veline, appunto. Nessuno che abbia ricordato che l’indiscusso protagonista di questa replica, il capo dei Ros generale Giampaolo Ganzer, il prossimo settembre andrà in Appello per tentare di ribaltare la condanna a 14 anni di detenzione che, nel luglio 2010, il Tribunale di Milano gli ha inflitto per avere costituito un’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Era doveroso farlo.
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