23.6.12

Pentito di Dio. La conversione di Gaspare Spatuzza (Giuseppe Martorana)

Riprendo qui la prima parte di un articolo dal titolo L'antico legame tra religione e mafia.
Aumentano i pentiti davanti a Dio pubblicato nel n.15 del 16 aprile 2012 di “A sud’europa”, il settimanale del “Centro studi e iniziative culturali PIO LA TORRE”. (S.L.L.)
Il pentito di mafia Gaspare Spatuzza durante una traduzione
Religione e mafia. Mafiosi e religione. Un binomio che nella storia passata e recente trova numerose vicende. Un «legame» che si è ripetuto spesso. Ultimo in ordine di tempo quello che riguarda Gaspare Spatuzza, il pentito che ha permesso la riapertura delle indagini sulla strage di via D’Amelio e con esse la rilettura dello stesso eccidio con persone già condannate all’ergastolo rimesse in libertà e altre, che invece era ancora libere, finite dietro le sbarre.
E sulle verità di Spatuzza e sulla sincerità del suo pentimento è intervenuto anche don Massimiliano De Simone, cappellano del carcere dell'Aquila, che ha avuto per circa otto mesi, fra il 2008 e l'inizio del 2009, colloqui frequenti con il killer di mafia ora pentito.
«È stato lui - ha sostenuto il sacerdote - a cercarmi. Quando è arrivato all'Aquila aveva già iniziato un suo percorso, con il cappellano del carcere di Ascoli Piceno da cui proveniva. Mi ha voluto raccontare tutta la sua vita. Colloqui lunghi, ogni volta tre ore. Un giorno sì e un giorno no. Dialoghi intensi, spesso interrotti dal pianto».
Dai colloqui avuti don De Simone ha ricavato l'impressione che si tratti di «una conversione» autentica. «Sono un prete, non mi interessa il lato politico-giudiziario con le possibili strumentalizzazioni. Dio, se vuole, può toccare il cuore anche del delinquente più incallito. Ho visto con i miei occhi il rammarico e la vergogna di Spatuzza mentre raccontava tutto il male compiuto nella sua lunga carriera criminale. Un rapporto continuato per molti mesi, non solo l'impressione o lo sfogo di un momento. Mi ha amareggiato - aggiunge - vedere come sia stato trattato dai media
l'aspetto della ”conversione” di Spatuzza. Ignorato o deriso».
Spatuzza è accusato anche dell'omicidio di don Pino Puglisi, il parroco del rione Brancaccio. In proposito, spiega il prete, «lui mi ha raccontato che qualche giorno prima era stato mandato a fare un sopralluogo, per preparare l'esecuzione. E già allora era rimasto colpito dal sorriso, mite, di quel piccolo prete indifeso. Poi quello stesso sorriso lo rivide il giorno dell'omicidio mentre il suo complice, Salvatore Grigoli, stava per premere il grilletto. Sono convinto che l'omicidio di don Puglisi sia stato dirompente nella storia della mafia».
Ora Spatuzza, che è stato pienamente creduto dai magistrati delle Procure che lo hanno interrogato, ha chiesto ed ottenuto di ritirarsi per qualche giorno in convento. Sarà in occasione del primo permesso premio che ottiene. Potrà uscire dal carcere ed incontrare un sacerdote. Non si sa ancora, quando e dove, per motivi di sicurezza. L’unica certezza è che ci sarà.



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