Il piccasorci è una delle più antiche rubriche di “micropolis”, il mensile umbro che dal 1995 esce con “il manifesto”.
Il senso della rubrica e la scelta del titolo sono spiegati in una sorta di finale postilla: segnalare alcune “storiche stronzate”, impedirne qualcuna, se riesce, come il piccasorci - pungitopo secondo lo Zingarelli - con le sue foglie dure e acuminate impedisce, appunto, ai sorci di risalire le corde per saltare sull’asse del formaggio e rosicarlo. L’impressione che la compilazione della rubrica si sia fatta sempre più difficile. Quando quasi tutto è stronzata trovarne qualcuna che colpisca l’immaginazione risulta impresa ardua: da una parte è duro suscitare la risata indignata che possa seppellire chicchessia; dall’altra è impossibile pungere i topastri, politici e non solo, che ci rosicano il formaggio, i quali si sono muniti di corazza. Oggi tuttavia voglio recuperare, indicando tra parentesi il mese di pubblicazione, qualche piccasorci, vecchio e meno vecchio, tra quelli che mi sembrano presentare un aliquid luminis (una “lucina”) capace di andare al di là delle circostanze specifiche e di brillare anche dopo alcuni anni. La rubrica non è firmata e gli autori sono tanti (incluso che scrive). Ho curato la fattura e la chiusura di molti numeri del giornale, ma non sono in grado di attribuire con certezza i “piccasorci” a questo o a quello dei redattori e collaboratori. L’autore è dunque il “collettivo”. (S.L.L.)
Il santo nudo e la controriforma
A Foligno per dare più forza e verità storica al festival del barocco hanno voluto accompagnarvi un pizzico di Controriforma e un sentore di Inquisizione. Avevano commissionato a Jeffrey Isaac il palio della Quintana e il pittore vi ha rappresentato un san Feliciano anziano e nudo. La destra di Foligno e dintorni, da Ariodante Picuti a Ronconi, si è scatenata: “E’ una vergogna, un oltraggio!”. Volevano addirittura cacciare l’assessore alla cultura che difendeva la libertà dell’artista. Il Comitato centrale della Quintana, imbeccato dal saggio sindaco Marini, ha delibera: il manufatto non potrà essere premio per il rione vincitore, viste le controversie che ha suscitato. Verrà tuttavia conservato e chi vorrà potrà vederlo. Domanda: il santo resterà nudo o gli metteranno le mutande? (settembre 2004)
Togati e maschilisti
Nella calda estate del ‘98 nello Spoletino la Polizia sorprende due indigeni con altrettante prostitute nigeriane nel compimento, come si dice, di atti osceni in luogo pubblico. Sei anni dopo il processo: le due nigeriane condannate, i due maschietti indigeni assolti. Rimaniamo in attesa di leggere il dispositivo della sentenza. (maggio 2004)
Il vescovo e il biblista
Il vescovo di Terni, monsignor Vincenzo Paglia, trova sempre il modo di far parlare di sé. Dopo la cattura di Bernardo Provenzano e il suo internamento al carcere di vocabolo Sabbione, si è dichiarato desideroso di incontrarlo, per parlare con lui e portargli in dono gli Atti degli Apostoli. Il magistrato gli ha finora negato la visita. L’amministrazione carceraria si è peraltro mostrata più generosa del mediatico prelato, procurando al Provenzano l’intera raccolta dei libri sacri. Secondo i giornali, il capo della direzione detenuti, Francesco Ardita, “ha acquistato una copia delle Sacre Scritture per metterla a disposizione della biblioteca che l’ha poi destinata all’ospite eccellente”. Il boss potrà finalmente sottolineare, annotare e glossare una Bibbia come quella che gli hanno sequestrato nel suo covo di Corleone. (aprile 2006)
La giornata degli smemorati
Le lapidi commemorative sono fatte per consegnare ai viandanti ieri, oggi a cittadini e turisti…, domani ai posteri la memoria d’eventi, appunto, memorabili. Di solito sono sintetiche e talora chiare. Ricordate quella sulle stragi dei perugini il XX giugno 1859: “L’ebbra orda di mercenari cui guidava la benedizione del Pontefice Romano…”?
Da qualche mese le mura di Perugia si sono “arricchite” di una nuova lapide posta in Via Pozzo Campana in ricordo della comunità ebraica: “Nel Medio Evo in questo quartiere sorgevano due sinagoghe e viveva una comunità ebraica di fede e di cultura. Le alterne vicende della storia succedutesi nei secoli, ne hanno segnato la fine”.
E in questo modo – un po’ filisteo e un po’ storicista - persone di fede cristiana, ebraica e musulmana, laici magari anche atei, autorità politiche, accademiche ed amministrative se la sono cavata “dimenticando” di far scrivere quali sono “le alterne vicende della storia”: verso la metà del ‘500 gli ebrei perugini furono cacciati dallo Stato Pontificio a seguito di due bolle papali.
Tutto questo chi leggerà la lapide non lo saprà mai…(marzo 2006)
Mai di domenica
In un documento predisposto dai vescovi della regione in preparazione del raduno annuale della Cei si legge tra l’altro la condanna del “consumismo esasperato” che in Umbria sarebbe “sollecitato in vari modi dalla società civile con manifestazioni anche famose come Eurochocolate, il Festival di Spoleto, Umbria Jazz, Vini nel mondo…”. L’ardore evangelico trabocca, ma il senso della distinzione appare carente. In un altro passo si lamenta “l’analfabetismo affettivo”. Per porvi rimedio il vescovo di Gubbio si è limitato a inviare ai fedeli una lettera dal titolo Amatevi intensamente, quello di Perugia manda in giro a parlare d’amore una monaca specializzata nel genere. Il documento asserisce inoltre che la pur necessaria flessibilità del lavoro non deve portare alla precarietà (e fin qui siamo nel luogo comune), ma neanche alla “cancellazione della festa domenicale, che non va confusa con il riposo settimanale”. Insomma passino i lavori interinali, ad affitto, a progetto, etc., ma mai di domenica. (ottobre 2006)
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