Il 27 giugno 2012 saranno trascorsi esattamente 32 anni dalla strage di Ustica. Lo scorso anno il ricordo si svolse in un clima di fervore revisionistico, soprattutto da parte del ministro Giovanardi tra gli sponsor della tesi della “bomba a bordo” fondata solo sulla riesumazione di vecchie, difettose perizie che non la escludevano del tutto. Nell’anno che è trascorso quello che pare fosse il bersaglio del 1980, il colonnello Gheddafi, è stato ucciso in circostanze tutt’altro che limpide da mani armate dalle stesse potenze che allora tentarono il colpaccio. E’ uscito, intanto, il libro del giudice priore che, con alcuni dati fattuali e con sensati ragionamenti, lancia la “pista inglese” e non esclude che i destinatari dell’avvertimento fossero i governi italiani colpevoli di aver appoggiato Gheddafi e di aver tratto da ciò vantaggi petroliferi contro gl’interessi britannici. Intanto è caduto il governo di Berlusconi (e Giovanardi), sostituito da quello tecnocratico di Monti. Mi pare che l’appello lanciato sul “manifesto” e altri quotidiani lo scorso anno, per i 31 anni dall'abbattimento dell'aereo civile, da Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, resti tuttora valido (e lo sia persino di più). Ne colloco qui gran parte a edificazione e memoria, mie ed altrui. (S.L.L.)
In occasione del trentunesimo anniversario della strage di Ustica, stiamo assistendo ad una campagna di provocazioni …
L’obiettivo vero rimane colpire la verità e infatti il dibattito su Ustica viene ributtato indietro di anni, in un tentativo «revisionista» che resuscita vecchie perizie già bocciate: «Il lavoro dei periti d’ufficio è affetto da tali e tanti vizi di carattere logico, da molteplici contraddizioni e distorsioni del materiale probatorio da renderlo inutilizzabile ai fini della ricostruzione della verità».
Oggi tutto viene riesumato e diviene, proprio con gli stessi protagonisti di allora, perfino tema di un convegno del Pdl. Questo spostare l’attenzione, questo far confusione, questo riportare indietro il tempo, è un’operazione inaccettabile contro la verità, contro le indagini in corso della Magistratura e contro le regole della convivenza civile…
…Partendo dalla verità giudiziaria consegnataci dal Giudice Priore nel 1999, alla quale sempre mi richiamo, «l’incidente è occorso a seguito di azione militare di intercettamento», vogliamo andare avanti, per conoscere gli autori materiali dell’abbattimento di un aereo civile in tempo di pace, e per ricostruire lo scenario completo della tragedia.
È questa una verità troppo spesso dimenticata, colpevolmente sottovalutata, alla quale Priore era giunto quando gli esperti della Nato, in un confronto reso possibile dall’interessamento del Governo Prodi, hanno potuto decrittare dei tabulati radar , dai quali emergeva la inequivoca presenza di diversi aerei attorno al DC 9, oltre alla presenza di una portaerei nel Tirreno.
Abbiamo visto rese pubbliche, in questi giorni, quelle pagine in alcune trasmissioni televisive, dopo tanti anni quella ricostruzione genera sempre forti emozioni e incredulità per la rimozione che, purtroppo, si è generata sull’intera vicenda.
Già dal 2007 la Magistratura ha riaperto le indagini per Strage, anche dopo le dichiarazioni di Cossiga, che chiamano in causa i francesi, ma alle rogatorie nei confronti di Francia, Usa, Libia, Belgio, Germania, inoltrate dai nostri Magistrati, nessuno ha risposto… Nessuna volontà
politica chiara, insomma, è stata espressa!
Noi stiamo rileggendo molte carte, stiamo trovando nuova documentazione, tutto ci lascia intendere che dell’accaduto aveva una certa consapevolezza la classe politica dell’epoca.
Carlo Luzzati, Presidente della Commissione ministeriale dei Trasporti, a pochi mesi dall’evento, in una informativa al Ministro scrive: «A questo punto ritengo doveroso rappresentare alla S.V. che, a mio parere, l’indirizzo delle indagini, ivi compresa la scelta della scala di priorità, per il privilegio delle ipotesi di lavoro, debba scaturire da una valutazione che tenga conto delle ripercussioni che i risultati di tali indagini potrebbero avere su interessi superiori del Paese». Non credo pensasse ad una bomba, evidentemente!
Questo era l’ordine di grandezza del problema, le ripercussioni sugli interessi superiori del Paese che un’azione di guerra aerea nei nostri cieli, avrebbe comportato. Continuo a pensare che l’unico interesse superiore del Paese deve essere la verità e per questo continuo questa battaglia, per vedere ripristinati i valori di trasparenza, verità e giustizia.
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