Come macchie di Rorschach
in cui ciascuno vede ciò
che vuole
come fosfeni che coprono
gli occhi
per aver fissato troppo a
lungo il sole
Così sono le poesie, non
dico le mie
o i romanzi, i saggi, i
film e le canzoni
a cui chiediamo di dirci
chi siamo
e poi, non si sa come, ci
riconosciamo
Senza essere capaci di
dircelo da soli
Da Macchie di
Rorschach, Terre Sommerse, 2010 – ora nel sito “Popinga” di
Marco Fulvio Barozzi
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