6.5.14

Torino. Dialisi e grissini all'ospedale Mauriziano (E.Iacovino)

Sullo “Specchio dei tempi” della Stampa, leggo con notevole ritardo, una lettera di una lettrice, E. (Elena?) Iacovino, frustrata in un suo gesto di civilissima generosità da un'ottusità burocratica sempre fastidiosa, ma addirittura perniciosa in momenti come questi. E' passato un anno e mezzo. Magari al “Mauriziano”, anche per effetto della lettera, qualcosa è cambiato, ma temo che di vicende analoghe continuino ad accadere. (S.L.L.)
Grissini torinesi
Un mese fa circa ho letto sulla vostra rubrica la protesta di una volontaria che lamentava il fatto che ai dializzati dell'ospedale Mauriziano fosse stato tolto il pacchetto di grissini, unico e modesto ristoro dopo tante ore di dialisi, a causa delle ristrettezze finanziarie in cui versano i nostri ospedali. In memoria di mia madre, anche lei dializzata presso lo stesso centro, ho contattato l'ospedale per offrire una piccola donazione che potesse contribuire a risolvere il problema, non certo in modo definitivo; ma almeno temporaneo, in attesa che l'ospedale trovasse le risorse per poter acquistare i grissini. Dopo aver parlato con alcune persone, peraltro gentilissime, mi è stato chiesto di formalizzare per iscritto la mia intenzione, cosa che ho prontamente fatto inviando una mail alla loro Direzione.
Dopo circa un mese, non avendo ricevuto risposta, ho inviato altra mail a cui l'ufficio Accoglienza e Comunicazione rispondeva che non era possibile ricevere donazioni per l'acquisizione di cibi o bevande da destinare ai pazienti, "in quanto esistono delle norme e delle procedure a cui le Aziende Sanitarie debbono attenersi, sia per quanto riguarda la scelta dei cibi e bevande sia per quanto attiene gli acquisti". Ci sarebbe voluta la penna mordace di Gramellini per trovare una replica confacente, io mi sono limitata a chiedere se, non volendo i miei soldi (peraltro, guadagnati onestamente e con cui loro e non io avrebbero acquistato come e dove volevano), avevano comunque trovato una soluzione per i dializzati. Naturalmente, è caduto il silenzio. «E' proprio uno strano Paese il nostro, si rifiutano orgogliosamente piccoli gesti di solidarietà per i "ragioni di Stato", ma poi si taglia prontamente su servizi (forse ritenuti voluttuari?) per i più deboli... Ai dializzati del Mauriziano (e a quelli degli altri ospedali) almeno il mio affetto».


La Stampa, 11 dicembre 2012

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