Sullo “Specchio dei
tempi” della Stampa, leggo con notevole ritardo, una lettera di una
lettrice, E. (Elena?) Iacovino, frustrata in un suo gesto di
civilissima generosità da un'ottusità burocratica sempre
fastidiosa, ma addirittura perniciosa in momenti come questi. E' passato un anno
e mezzo. Magari al “Mauriziano”, anche per effetto della lettera, qualcosa è cambiato, ma temo che di vicende analoghe continuino ad
accadere. (S.L.L.)
Grissini torinesi |
Un mese fa circa ho letto
sulla vostra rubrica la protesta di una volontaria che lamentava il
fatto che ai dializzati dell'ospedale Mauriziano fosse stato tolto il
pacchetto di grissini, unico e modesto ristoro dopo tante ore di
dialisi, a causa delle ristrettezze finanziarie in cui versano i
nostri ospedali. In memoria di mia madre, anche lei dializzata presso
lo stesso centro, ho contattato l'ospedale per offrire una piccola
donazione che potesse contribuire a risolvere il problema, non certo
in modo definitivo; ma almeno temporaneo, in attesa che l'ospedale
trovasse le risorse per poter acquistare i grissini. Dopo aver
parlato con alcune persone, peraltro gentilissime, mi è stato
chiesto di formalizzare per iscritto la mia intenzione, cosa che ho
prontamente fatto inviando una mail alla loro Direzione.
Dopo circa un mese, non
avendo ricevuto risposta, ho inviato altra mail a cui l'ufficio
Accoglienza e Comunicazione rispondeva che non era possibile ricevere
donazioni per l'acquisizione di cibi o bevande da destinare ai
pazienti, "in quanto esistono delle norme e delle procedure a
cui le Aziende Sanitarie debbono attenersi, sia per quanto riguarda
la scelta dei cibi e bevande sia per quanto attiene gli acquisti".
Ci sarebbe voluta la penna mordace di Gramellini per trovare una
replica confacente, io mi sono limitata a chiedere se, non volendo i
miei soldi (peraltro, guadagnati onestamente e con cui loro e non io
avrebbero acquistato come e dove volevano), avevano comunque trovato
una soluzione per i dializzati. Naturalmente, è caduto il silenzio.
«E' proprio uno strano Paese il nostro, si rifiutano orgogliosamente
piccoli gesti di solidarietà per i "ragioni di Stato", ma
poi si taglia prontamente su servizi (forse ritenuti voluttuari?) per
i più deboli... Ai dializzati del Mauriziano (e a quelli degli altri
ospedali) almeno il mio affetto».
La Stampa, 11 dicembre
2012
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