Sta
seminudo sopra lo scoglio
un
pescatore: contempla il sughero
fluttuante
su l'acqua verdastra;
gialla
è la canna ne 'l ciel turchino.
Curva
ha la grossa testa, gli pendono
i
magri stinchi su l'acqua; immobile
a
'l sole feroce di agosto
ei
pare fuso ne 'l bronzo antico.
Ecco,
e due barche d'accanto passano
bianche
di ombrelli, passan gittandogli
in
faccia una ondata di risa:
paion
li ombrelli ninfee immani.
Il
pescatore guarda, e ne' torbidi
occhi
di bruto ha un lampo; scricchiola
la
povera canna serrata
entro il convulso pugno d'acciaro.
entro il convulso pugno d'acciaro.
da Canto novo,Libro III
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