7.5.14

Giustizia per le Fosse Ardeatine? (Alessandro Portelli)

Dopo settanta anni, possiamo dire che è stata fatta giustizia per le Fosse Ardeatine?
Non parlo solo della giustizia dei tribunali – anch’essa peraltro abbastanza inadeguata, dalla fuga di Kappler con le complicità statali fino alle vicissitudini del processo Priebke e alla farsa seguita alla sua morte. Questa giustizia può, qualche volta, punire i colpevoli, ma non rendere giustizia alle vittime perché ha comunque un ambito necessariamente e giustamente limitato: tratta il “caso” da un punto di vista strettamente penale e individuale e lascia a noi la responsabilità di una giustizia più vasta, che riguarda i sentimenti, la società e la storia.
Su questo piano, l’ingiustizia continua.
Ci si aspetta a volte che la condanna dei colpevoli ponga in qualche modo fine alla sofferenza delle vittime dirette - le famiglie, le comunità, le persone care degli uccisi. Ora, a parte il fatto che questa condanna è stata riluttante e insufficiente, questo non è comunque vero: dopo la condanna ci si accorge che nessuno ti restituisce quello che hai perduto. In più, se è vero che la strage delle Fosse Ardeatine è un crimine contro l’umanità, allora – in modo certo meno violento e immediato – vittime siamo anche noi, ed è su questo piano che l’ingiustizia soprattutto continua.
Si discute in questi giorni dell’introduzione di una legge contro il negazionismo sulla Shoah. Ora, a parte le perplessità diffuse su questa ipotesi, resta il fatto che il negazionismo è in larga misura un fenomeno di nicchia, e che una sensibilità di gran luna maggioritaria non solo non nega lo sterminio ma lo riconosce come una delle colpe più spaventose che l’umanità ha commesso contro se stessa. Sulle Fosse Ardeatine, invece, permane un negazionismo che si fa senso comune: nessuno andrebbe in televisione a dire che la Shoah non è mai avvenuta, ma personaggi ignoranti, protervi e molto influenti hanno continuato spacciare menzogne su via Rasella e le Fosse Ardeatine senza che su loro si abbattesse lo sdegno della maggioranza (e senza che venissero sbattuti fuori per manifesta incompetenza professionale).
Fino a quando questo sarà possibile – fino a quando le istituzioni, la scuola, il sistema dell’informazione non sentiranno loro la ferita delle Fosse Ardeatine, fino a quando continueremo a non guardare in faccia la materialità del massacro per inventare e alimentare leggende nere sui partigiani, non basteranno corone apposte per dovere d’ufficio e commemorazioni di routine. Fino a quando la verità non diventerà senso comune e il dolore per le Fosse Ardeatine non diventerà dolore di noi tutti, le vittime continueranno ad essere sole, e giustizia non sarà stata fatta.

il manifesto, 24 marzo 2014

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