La mia vecchia giovinezza, la mia
giovane vecchiaia
la descrivo per esigenze di servizio.
C’è di tutto! Ma non c’è niente
di particolare.
E anche ciò che è presente, si riduce
a niente.
Meglio che i miei occhi non vedano come
il mio tempo
a stento vada verso la
collettivizzazione del non essere.
Depauperati di tutto, sterminati: fine.
Non è il caso di salutarci in
anticipo, sciocchina, Stellina, Nottina?
Lasciandoti agli estremisti e simile
teppaglia,
alla fine ti dirò: ricordati di me.
E per il mio giorno nero nascondi in un
posto sicuro:
la tenerezza dei nostri corpi riflessi
nello specchio dell’armadio
illuminato dalla neve.
Conoscere a memoria l’ansimare della
tua lussuria
e averlo accanto quando chiameranno
all’uscita,
a patto che la memoria sia equiparata
agli oggetti personali.
La ruggine e il giallo. Poesie
1980-2011, Gattomerlino, 2014 - Traduzione Claudia Scandura
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