“In letteratura i Versi
Maltusiani furono una vera e propria moda letteraria diffusa in
Italia nei primi anni del Novecento grazie ai futuristi che
gravitavano attorno alla rivista "Lacerba".
Erano chiamati
"Maltusiani" perché facendo riferimento alle teorie
dell’economista inglese Thomas Robert Malthus, sostenitore della
necessità della limitazione delle nascite, ed essendo allora il
metodo anticoncezionale più diffuso il coitus interruptus, i
versi maltusiani avevano la caratteristica di interrompere l'ultima
parola dell'ultimo verso. Tale forma poetica era ispirata alla
cosiddetta anacreontica ingarrichiana, una forma compositiva
resa famosa nel 1834 dal poeta dilettante Ferdinando Ingarrica” (da
Wikipedia).
Chi voglia saperne di più
sia su Ingarrica che sui maltusiani può vedere nel blog di
Marco Fulvio Barozzi
http://keespopinga.blogspot.it/2009/01/ferdinando-ingarrica-un-maestro-suo.html
.
Non sempre in verità i
futuristi interrompevano una parola all'ultimo verso: se si offriva
loro l'opportunità si contentavano di un verso tronco.
Su fb Barozzi ha postato
i due che seguono, che egli giustamente giudica splendidi e si
prestano ad una classificazione per esempi. Il primo si potrebbe
definire improprio, giacché
la parola finale non viene interrotta, ma si tratta di parola
ossitona (che peraltro nel significato contiene un senso di
incompletezza: metà).
Il secondo lo chiamerei ambiguo:
cuor è parola
interrotta, ma si tratta di un'apocope autorizzata da un lunghissimo
uso, poetico e non. Il terzo maltusiano, canonico, l'ho
ripreso da uno dei commenti al post. (S.L.L.)
Ettore Petrolini |
È la moglie quella cosa
che per lusso e per
vestito
spende il doppio del
marito
e si chiama la metà.
---
E’ l’amore quella
cosa
che platonico tu chiami
se la femmina che ami
ti vuol dar soltanto il
cuor.
---
Petrolini è quella cosa
che ti burla in ton
garbato,
poi ti dice: ti à
piaciato?
Se ti offendi se ne freg.
Da fb, 20.9.2015
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