Bus e pernacchie
Un nostro amico e collaboratore perugino ci ha comunicato tra i lamenti che l’orario estivo dell’Apm ha tagliato tutte le corse domenicali da Perugia alla popolosa frazione di Ponte Valleceppi e viceversa: corse che c’erano praticamente da sempre. Non abbiamo controllato, ma immaginiamo che non sia l’unica magagna: sospettiamo qualche altro taglio di linee considerate poco frequentate. E’ probabile che non ci siano state molte proteste, sono pochi e contano poco quelli che alla domenica usano il mezzo pubblico: vecchi, immigrati, ragazzi; e tuttavia il caso è grave, un tassello che si aggiunge a politiche che sistematicamente e pervicacemente scoraggiano l’uso del mezzo pubblico. A Perugia questi tagli di linee e di servizi si realizzano a pochi mesi dall’aumento del biglietto da 1 euro a 1 euro e 50. La conseguenza è facilmente intuibile: meno sono frequenti le corse, più la gente ricorre all’automobile privata, un meccanismo perverso che comporta gravi danni ambientali. Quest’anno poi Tremonti ha deciso non è più possibile scaricare l’abbonamento del trasporto pubblico dal 730, una sorpresa davvero sgradevole per chi viaggia in bus o in tram. Tutto sembra favorire costruttori di automobili, di autostrade, di circonvallazioni, di parcheggi sopraelevati o sotterranei, progenie di sventratori e inquinatori. Il nostro amico aggiunge che se ancora una volta sentirà dire a un assessore di Rifondazione che bisogna valorizzare il trasporto pubblico lo inseguirà a colpi di pernacchia. Non è una cattiva idea.
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