Nel suo debutto da segretario il pomposo Alfano ha dichiarato di voler fare del Pdl il “partito degli onesti”. Non son passati tre giorni e il suo principale si è fatto trovare con le mani nel sacco: ha fatto infilare come misura anticrisi nel decreto sulla manovra una norma che impedisce ai giudici di decretare il pagamento dei risarcimenti di un abuso finanziario o commerciale prima della sentenza della Cassazione. L’omino di Arcore, che al codicillo era personalmente interessato per via dell’imminente sentenza sul “lodo Mondadori”, s’è difeso: “E’ un provvedimento che interessa migliaia e migliaia di imprese”. Esatto: esso favorisce migliaia di imprese condannate ai risarcimenti per gli abusi commessi. Ma nello stesso tempo colpisce un numero più grande di imprese e di cittadini che hanno subito il danno e che giustamente temono la prescrizione. La truffa è stata bloccata dalla protesta della pubblica opinione e dal fermo atteggiamento del presidente della Repubblica. Ma il messaggio all’opinione pubblica resta chiaro: tra le vittime di raggiri e abusi e i disonesti che li hanno perpetrati la scelta di campo del Pdl è netta, chiara, inequivocabile.
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