Alfio Caponi |
Ho incontrato Alfio
Caponi negli anni - per me fecondi e fortunati - in cui iniziai a
conoscere e frequentare le organizzazioni di classe, e a vivere i
problemi e le lotte della regione umbra. E con Alfio Caponi ebbi un
lungo sodalizio, un felice scambio di esperienze umane e sociali.
Ne nacque un’amicizia
che non si è interrotta più, anche quando l’età avanzata e le
vicende della vita ci hanno separato.
Alfio era - lasciatemi
usare questa parola - un “rosso”: un difensore tenace della sorte
e del domani degli umili, delle speranze di riscossa degli sfruttati,
degli oppressi dal giogo e dalla violenza padronale. Sentiva come una
missione la lotta di classe, portando nel suo cuore e nella sua mente
un anelito alla giustizia, una speranza mai spenta nella liberazione
dei lavoratori. E questi sentimenti lo spingevano tenacemente
all’impegno sociale. Quante lotte, ricerche, dibattiti fra compagni
ho vissuto con lui! Sempre imparando dal suo coraggio e persino dalla
sua testardaggine.
È in fratellanza e
amicizia con lui che ho appreso a conoscere la vostra regione,
l’Umbria, questo sito che non dimenticherò mai: la bellezza delle
sue città e delle sue campagne, il coraggio dei suoi figli, le sue
ardenti passioni civili.
Alfio, nel suo cammino,
sapeva unire, in modo raro, lo slancio generale della ricerca
politica e la concretezza del fare, l’azione semplice, pratica a
tutela degli sfruttati, era persino testardo nelle sue convinzioni; e
questo animava la passionalità e l’irrequietezza che facevano il
suo temperamento, l’agire semplice e concreto che segnavano il suo
volto di combattente. Non arretrava mai dalle difficoltà, né dal
confronto. Porgo il mio saluto reverente alla sua salma, in un’ora
difficile, in cui amaramente vediamo tornare sul globo la guerra di
aggressione, e questo nostro mondo vive ore amare. Mi auguro di tutto
cuore che la generosa terra umbra voglia tener vivo il ricordo di
questo combattente che scompare e gli ideali di emancipazione per cui
egli ha lottato, ora che tanti valori nel mondo sembrano in forse.
Addio, compagno che te ne
vai. Riposa in pace. A te il mio ricordo e il mio abbraccio.
"micropolis", aprile 2004
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