Lasciami, non trattenermi
nella tua memoria
era scritto nel testamento
ed era un golfo di beatitudine nel
nulla
o
un paradiso
di luce e vita aperta
senza croce di esistenza
che sorgeva dalle carte
ammuffite nello scrigno.
E lei non ne fu offesa, le nascevano,
ne sentì prima rimorso
e poi letizia, impensate latitudini
nella profondità dei desiderio,
ecco, la trascinava
una celestiale oltremisura
fuori di quella ministoria, oh grazia.
Si scioglievano
l’uno dall’altro i due
e ogni altro compresente,
si perdevano sì,
però si
ritrovavano
perduti nell’infinito della perdita
- era quello il sogno umano
della pura assolutezza
della pura assolutezza
Postilla
La poesia fu pubblicata come “inedito”
su “l'Unità” del 2 marzo 2007 ed è probabilmente l'ultima
scritta da Mario Luzi, nel febbraio del 2005, pochi giorni prima di
morire. Era, a detta del professor Stefano Verdino dell'Università
di Genova, curatore del volume dei Meridiani Mondadori dedicato a
Luzi, un testo autografo conservato nell'Agenda del Porto di Ravenna
del 2005, l'anno della morte.
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