Una inaudita e nova crudeltate,
un esser al fuggir pronto e leggiero,
un andar troppo di sue lodi altero,
un tórre ad altri la sua libertate,
un vedermi penar senza pietate,
un aver sempre a' miei danni il
pensiero,
un rider di mia morte quando pèro,
un aver voglie ognor fredde e gelate,
un eterno timor di lontananza,
un verno eterno senza primavera,
un non dar giamai cibo a la speranza
m'han fatto divenir una Chimera,
uno abisso confuso, un mar, ch'avanza
d'onde e tempeste una marina vera.
d'onde e tempeste una marina vera.
In “Poesia”, Crocetti editore, Anno
I numero 9, settembre 1988
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