Diceva l'oste al vino: “Tu mi diventi vecchio, /ti voglio maritare con l'acqua del mio secchio./ Rispose il vino all'oste: fa' le pubblicazioni,/ sposo l'IDROLITINA del cavalier Gazzoni»: questi versi indimenticabili per chi era adolescente negli Anni 60 del '900 si trovavano nelle confezioni di un prodotto oggi impensabile in un'Italia in cui l'acqua del rubinetto sembra non volerla bere più nessuno (anche se per difenderla è stato fatto un referendum). Allora invece c'era chi aveva inventato le bustine per rendere effervescente quell'acqua. Oltre all'Idrolitina, sui banchi dei supermercati che all'epoca iniziavano a costellare piccole e grandi città si trovavano tra le altre anche la Cristallina, la Frizzina, la Salitina M. A. In tutte c'erano bicarbonato di sodio, acido malico e acido tartarico in polvere, che a contatto con l'acqua la facevano diventare «frizzante». L'Idrolitina in particolare prevedeva in bottiglie con il classico tappo a molla un doppio intervento con due bustine, e se non eri capace a seguire i tempi giusti rischiavi che l'acqua anziché frizzante diventasse una semplice schifezza. Ma quei prodotti ci parlano anche di un'Italia dove il vino non era ancora un arnese da gioielleria e c'era chi lo «arricchiva» con l'acqua frizzante e chi (orrore) ci metteva dentro fette di limone o lo mescolava (orrore doppio) con l'aranciata. A pensarci bene l'Idrolitina é uno splendido simbolo di anni forse più poveri ma certo più effervescenti, in cui eravamo tutti, come avrebbe potuto cantare Celentano, ragazzi della via glu-glu.
Nella rubrica Fretelli di teglia, “La Stampa”, 30 giugno 2011.
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