A sinistra Carlo Donat-Cattin, esponente della sinistra democristiana, a lungo parlamentare e più volte ministro della Repubblica nel secolo XX |
In Parlamento
C'è, per esempio, l'on.
Donat Cattin, per dirne uno, che se entra in Aula e vede al banco del
governo un ministro col quale ha da fare un discorso personale, gli
si avvicina e gli siede addirittura accanto, parlandogli fitto come
se fossero loro due soli, in un'Aula deserta. Non è che l'on. Donat
Cattin, prima di recarsi a parlare col ministro, dedichi una sia pur
fugace occhiata a chi parla o dia comunque segno di essersi reso
conto che un altro, in quel momento, ha diritto di intrattenere il
ministro. Non è nemmeno che abbia, anche vagamente, l'aria di dire :
«Mi scusi, caro collega, ma ho proprio bisogno di sussurrare due
parole al ministro». Niente. Il collega che parla per Donat Cattin
non c'è, non esiste, non fa parte del cosmo. Qualche ottimista dice
che l'on. Donat Cattin è un rivoluzionario. Noi abbiamo i nostri
dubbi. Ma se si impegnasse a studiare le buone maniere, saremmo anche
disposti ad aspettare, prima di scatenare la rivoluzione, i due o tre
anni che gli occorrerebbero per impararle. Le rivoluzioni vere, com'è
noto, sono sempre opera di persone educate.
«Vie nuove», Giugno 1965 N. 20
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