L'altro ieri si
festeggiavano i 150 anni dello storico incontro di Teano. Che
peraltro non si è certi sia avvenuto a Teano, ma più probabilmente
quindici chilometri prima, per la precisione nel comune di Vairano
Patenora, in località Taverna della Catena (certo che se sui libri
di storia si leggesse che l'Italia unita è nata a Vairano Patenora
sembrerebbe meno poetico). L'ora si sa invece con buona
approssimazione: erano circa le sette e mezzo del mattino. Come si
conosce lo storico scambio di frasi: «Saluto il primo re d'Italia»,
disse Garibaldi. «Saluto il mio miglior amico» gli rispose Vittorio
Emanuele.
Con certezza si sa invece
che Garibaldi e il Re di Sardegna non fecero colazione insieme.
Il Generale in attesa
dell'incontro pare abbia mangiato sugli scalini di una chiesetta pane
e formaggio e anche alcuni fichi che un contadino della zona gli
offrì. L'eroe dei due mondi aveva gusti frugali e amava il pecorino,
che nel futuro esilio a Caprera produrrà in proprio. Il pane è
probabile sia quello casereccio dell'alto casertano. E può darsi che
sia stato solo un gesto di cortesia l'accettare i fichi «normali»,
perché lui andava matto per quelli d'India.
Cosa abbia mangiato
Vittorio I Emanuele non lo sappiamo, forse delle «uova alla Bella
Rosin» (è un piatto semplice che gli preparava l'amante Rosa
Vercellana: uova sode e prezzemolo). Improbabile che abbia mangiato
pizza: stavano facendo l'Unità d'Italia, mica pizza e fichi.
Dalla rubrica Fratelli
di teglia, La Stampa, 28 ottobre
2010
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