Croce e delizia dei suoi
amici e dei suoi ammiratori, Gregory Corso, considerato ormai
universalmente uno dei più grandi poeti americani viventi, è nato a
New York da genitori italiani il 26 marzo 1930. Il padre si chiamava
Fortunato Corso, la madre Michelina Colonna e il suo vero nome è
Nunzio: alla sua origine italiana il poeta è molto legato e la
ricorda con piacere specialmente quando si trova in Italia.
Ma la madre lo abbandonò
quando aveva pochi mesi e cominciò per il bambino una peregrinazione
da un orfanotrofio all'altro e da una famiglia adottiva all'altra;
secondo le sue parole crebbe nelle strade e dormi sui tetti e nelle
subway. Conobbe anche il riformatorio e il carcere minorile
dove da autodidatta assimilò una cultura profonda e raffinatissima
scegliendosi con grande intuito le letture e diventando un cultore di
Shelley.
Come poeta emerse nel
1950 grazie ad Allen Ginsberg, che lo incontrò in un bar del
Greenwich Village, lesse le sue poesie e lo presentò ai suoi amici
Kerouac e Burroughs. Cinque anni dopo Corso frequentò abusivamente
le lezioni dell'Università di Harvard a Cambridge dove gli amici
pubblicarono a loro spese nel 1955 la sua prima raccolta di versi,
The Vestal Lady on Brattle. Ginsberg ha detto in una lezione
tenuta a Boulder al Naropa Institute che subito Corso, ammirato da
Frank O'Hara che in quegli anni era considerato l'arbitro poetico di
New York, venne definito un supergenio.
La sua seconda raccolta
di versi fu Gasoline, che uscì nel 1958 con un'introduzione
di Ginsberg dove è detto tra l'altro: «Aprite questo libro come
aprireste una scatola di giocattoli pazzi, prendete in mano una
perfezione di bellezza da un'atmosfera distruttiva... Corso è un
grande lanciatore di parole dalla fionda... Probabilmente è il più
grande poeta d'America e sta facendo la fame in Europa». Ginsberg
non cambiò opinione con gli anni e nelle lezioni al Naropa parlò
del suo humour e del suo surrealismo, disse che aggiunse poesia al
naturalismo, che introdusse l'elemento magico del sogno alle parole,
che esaltò lo splendore e il fascino delle parole quotidiane.
L'aspetto più importante
di Gasoline è forse l'introduzione dello humour. Nella
sua poesia del 1958 «Bomb» si rivelò invece la sofferta e
drammatica partecipazione del poeta per la condizione umana, che
intrise anche la raccolta di Happy Birthday of'Death
(L'allegro genetliaco della morte) del 1960.
Questo volume raccoglie
le poesie forse più famose di Gregory Corso, per esempio «Bomb»,
che venne qui ristampata, «Marriage», «Hair», «Food». Sono
poesie in cui Gregory seguì il metodo di scegliere un'idea e
svilupparla fino alle sue estreme conseguenze attraverso tutte le
variazioni e i cambiamenti e le invenzioni possibili; come disse
Ginsberg in una lezione: «Non tutte le idee che vengono in mente ma
tutte le idee avute, perché in questo caso si tratta del ricordo di
tutte le idee archetipe a proposito di un soggetto».
Il linguaggio
paradossale, cominciato già con l'immagine famosa delle «scarpe
fritte» che fu fin dall'inizio una delle sue più tipiche, continuò
nell'opera successiva del 1962 Long Live Man (Lunga vita
all'uomo). Ormai Corso era diventato famoso internazionalmente e
mentre stabiliva la sua reputazione di poète maudit, di poeta
maledetto, abbandonandosi a ogni genere di sregolatezze, incominciava
a essere invitato dalle università a dare lezioni e readings.
La raccolta che uscì nel 1970, Elegiac Feelings American
(Elegiaci sentimenti americani), è forse la sua più
ambiziosa e «difficile»; la più recente a tutt'oggi è la raccolta
Herald of the Autochthonic Spirit del 1981 che contiene alcune
delle poesie lette nei readings tenuti qua e là per il mondo
e conduce all'estremo le possibilità del suo humour e delle sue
immagini paradossali: un libro che non ci si stanca di rileggere e
che auspichiamo venga presto tradotto per la divulgazione di questo
grandissimo poeta che siamo in tanti ad ammirare.
Presentazione
all'Università di Pisa, letta il 24.2.87. In Album americano,
Frassinelli, 1997
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