Vienna
Crani rasati, qualcuno
con un look da neo-nazi, ma soprattutto ragazzi con occhiali da sole
e scarpe firmate: sono circa trecento i ragazzi che gridano “Patria,
casa e libertà” nel quartiere multietnico di Urban Loritz Platz a
Vienna. Siamo a una manifestazione del movimento degli identitari
austriaci, o Identitäre Bewegung Oberösterreich (Ibo), un
movimento xenofobo di estrema destra che si batte per mantenere pura
la cultura e l’identità austriaca.
Ibo è nato nel 2013 da
un gruppo ristretto di studenti viennesi che si sono ispirati
all’omonimo movimento francese, Génération Identitaire (GI) e a
Blocco Studentesco, l’organizzazione studentesca di Casapound di
cui fa parte anche Amedeo Mancini, l’omicida di Emmanuel Chidi
Namdi. «Sono quasi tutti ragazzi dai 20 ai 35 anni, la loro base è
composta da circa 250 persone ma il loro nocciolo duro – una
ventina– erano già politicamente attivi prima di fondare Ibo sia
nelle confraternite studentesche ultra-nazionaliste germaniche, sia
nella scena neo-nazi», spiega la ricercatrice Natasha Strobl
dell’Università di Vienna ed esperta di estreme destre.
Il leader di Ibo, il
ventisettenne Martin Sellner, era il delfino di Gottfried Küssel,
capo del movimento neo-nazi in Austria: un uomo che ha definito
Hitler il più grande eroe della storia, un negazionista che in
diretta tv ha definito legittima la legalizzazione del partito
nazista.
«Il mio background?»,
Sellner risponde molto vagamente: «Mi definisco un patriottico
conservatore». Racconta di aver fondato il movimento per «i giovani
cittadini di origine austriaca che, non contenti della “situazione
migranti”, vogliono essere politicamente attivi e fare azioni di
strada concrete».
«Abbiamo deciso di far
partire la manifestazione in un quartiere multietnico per ribadire la
nostra identità austriaca e dire “siamo qui e non ci arrendiamo”»,
dice Alexander Markovitch, co-fondatore di Ibo: «Vogliamo difendere
la nostra gente dai corrotti burocrati di Bruxelles che organizzano
migrazioni di massa in Europa».
Lo slogan della
manifestazione del 10 giugno è “padroni a casa nostra” e
“difendiamo l’Europa” dai migranti e dall’Islam: un ritrovo
in cui anche GI Francia, Italia, Germania e Ungheria sono presenti.
«Per dare supporto ai camerati austriaci», spiega Philippe, 28
anni, di GI Francia. Ogni anno, racconta il ragazzo francese, le
Generazioni Identitarie europee si ritrovano in Francia per
un’“Università d’estate”, dove fanno esercitazioni fisiche,
ideologiche e scambiano tattiche e contatti.
«Vogliono dare
un’immagine positiva, dire che “siamo tutti europei” però,
certo, europei alla loro maniera: cristiani e bianchi, il tutto
ricondotto all’uomo eroico che si batte per difendere l’Europa
contro l’islam», puntualizza la ricercatrice Strobl.
Mentre le note dell’inno
di Radetsky si alzano dalle casse del camioncino in testa al corteo,
un fiume di bandiere gialle sventola con un logo nero: è la lambda,
la “L” dell’alfabeto greco. Il simbolo è ripreso dal film
Trecento, dove gli spartani di Leonida combattono alle
Termopili fino all’ultimo uomo contro l’esercito straniero del re
persiano Serse. «Un riferimento molto pop», commenta Strobl, «che
fa parte della loro strategia per non apparire come i classici,
brutali e violenti, estremisti di destra».
Gli identitari sono quasi
tutti studenti della medio-borghesia, adottano un look alla moda,
alcuni sembrano quasi hipster; molti indossano magliette con
la grafica della linea di “Falange Europa”, un sito di
merchandising che ha progettato lo stesso Martin Sellner. Ibo
organizza anche serate, festival ed eventi sportivi. «Seguono il
modello Casapound, che è stato il primo movimento ad adottare questa
tattica sia per reclutare nuovi membri, sia per presentarsi meglio,
ma è solo scena: sono tutti xenofobi e razzisti, ma con un guscio
esterno diverso e più presentabile», conclude Strobl.
Il partito
nazional-populista ed euroscettico delle Libertà (Fpo), che correrà
il prossimo ottobre per la presidenza dell’Austria con il candidato
Norbert Hofer, non si distanzia da Ibo. Al contrario, il segretario
Fpo Christian Strache plaude pubblicamente le loro azioni, non manca
di condividere i post del movimento su Facebook e garantisce loro una
protezione non solo politica, ma anche fisica. «Del resto che Ibo e
confraternite sono il bacino elettorale da cui l’Fpo recluta la sua
élite di politici e collaboratori», nota Bernard Weidinger,
analista al Doew, Centro Documentazioni dell’Antiascismo di Vienna.
La manifestazione conta 300 persone ed è monitorata da migliaia di
poliziotti che si dispongono in una matrioska di quadrati, occupando
l’intero centro di Vienna. «Lo sappiamo bene che i poliziotti sono
dalla nostra parte», dice Sellner sereno. La provocazione di Ibo nel
fare un corteo in un quartiere multietnico non passa inosservata: due
cortei anti-fascisti sbarrano la strada agli identitari; iniziano gli
scontri e all’ennesima carica della polizia compaiono persino una
cinquantina di black block in un’azione lampo. Impossibile però
avvicinarsi agli identitari: il muro di protezione della polizia è
altissimo.
Il doppio legame con
l’Fpo però è anche un punto debole di Ibo. «Il movimento
identitario si nutre della crisi dei rifugiati, ma non ha reali
speranze di vincere, perché le domande e le rivendicazioni di Ibo
sono in realtà già espresse in parlamento dall’Fpo», spiega
l’analista Weidinger, «per cui su che basi Ibo sarà in grado di
mobilitare grandi numeri di persone in futuro?». (Al report ha
contribuito Eleonora Vio)
pagina
99, 29 luglio 2016
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