15.8.16

La dieta di Rousseau (Marcel Detienne)

Rousseau, Jean-Jacques, era piuttosto incline ai latticini e ai pranzi ai sacco, la cui semplicità gli pareva latrice di non violenza sociale. E la sua dieta, in armonia con il discorso del Contratto sociale, lo induce a denunciare per primo, ma rievocando i Pitagorici di Plutarco, il furore cannibalesco dell’uomo occidentale: «È nelle capitali che si riesce a vendere meglio il sangue umano». E i ricchi, che sfruttano i poveri mentre fanno crollare la propria tavola sotto il peso di carni e intingoli, sono «simili a quei lupi famelici che, dopo aver gustato per una volta la carne umana, rifiutano qualsiasi altro cibo, e non vogliono divorare altro che uomini». «Come si possono avere idee egualitarie, se si è carnivori?», si chiede Rousseau con la stessa angoscia di Porfirio o di un discepolo di Pitagora.

Da La coscienza gastrologica in “La Gola”, anno I n.1, ottobre 1982

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