Elio Pagliarani (1927 - 2012) |
Quanta gioia mi dai quando ti stufi
di me, quando mi dici se scriverai di
me dirai di gioia
e che sia gioia attiva, trionfante, che
sia una barzelletta
spinta, magari
L’odore delle erbe
di campagna nel piatto da Cesaretto rughetta
pimpinella un’insalata d’erbe della
terra tenere espansive degli umori
il cielo di qui che interviene sulla
gente compresente orizzontale
e tu e tu ognuno cui ti inviti a
ballare ti accende
gli occhi e si fa bello e cresce
vino rosso
capriole con lancio di cuscini
nella mia stanza
Ma cosa
credi che non sia stufo anch’io di coabitare
con me la mia faccia la mia pancia
anche in noi c’è dentro la voglia
di riassuefarci alla gioia, affermare
la vita col canto
e invece non ci basta nemmeno dire no
che salva solo l’anima
ci tocca vivere il no misurarlo
coinvolgerlo in azione e tentazione
perché l’opposizione agisca da
opposizione e abbia i suoi testimoni.
Postilla
Da “Lezioni di fisica”, 1963 (in La ragazza Carla e nuove poesie, Oscar Mondadori, 1978) ho ripreso qui solo la chiusa. A qualcuno potrà sembrare operazione non legittima, ma la poesia è – anche – valore d'uso e, secondo me, questo brano – isolato – funziona meglio. (S.L.L.)
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