Il 25 luglio scorso il
Parlamento ha iniziato a discutere la proposta di legge n° 3235
“Disposizioni in materia di legalizzazione della coltivazione,
della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi
derivati”. La discussione proseguirà a settembre alla ripresa dei
lavori della Camera dei Deputati.
Legalizzare non significa
liberalizzare ma semplicemente regolamentare l’utilizzo e il
possesso della cannabis. Le politiche proibizioniste messe in atto
nell’ultimo trentennio hanno clamorosamente fallito. La criminalità
organizzata prospera con il controllo del mercato della droga. Un
enorme fiume di denaro sporco che inquina l’economia legale e
provoca danni economici, sanitari e di ordine pubblico alle finanze
pubbliche. La legge Fini-Giovanardi, dichiarata illegittima nel 2014
dalla Corte Costituzionale, ha avviato al regime carcerario migliaia
di piccoli spacciatori contribuendo al sovraffollamento disumano
delle nostre carceri e provocando il ripetersi di episodi tragici
come quelli di Stefano Cucchi e Aldo Bianzino e tanti altri.
Il proibizionismo
pretendeva di risolvere i problemi sanitari legati alla droga. Al
contrario ha ingrassato le mafie mondiali e favorito l’ingresso nel
mercato nero della droga di sostanze sintetiche nuove e poco
conosciute quindi pericolose.
Nel 2015 il tabacco ha
provocato più di sei milioni di morti, in Italia ottantamila mentre
all’alcol sono attribuibili venti mila decessi oltre a quelli per
incidenti stradali. Le morti provocati dalla droga nello stesso 2015
sono circa mille. Sempre troppe ma è utile avere il senso delle
proporzioni. È arrivato il momento di applicare alla cannabis
e ai suoi derivati lo stesso regime che regolamenta la vendita di
alcol e tabacco. Si sottrarrà una risorsa illegale alle mafie, si
colpirà lo spaccio clandestino risolvendo tanti problemi di
sicurezza, si otterrà un prodotto controllato e regolamentato
fiscalmente provocando una ricaduta positiva sull’economia
pubblica.
Con questo appello
vogliamo far sentire anche la voce dell’Umbria democratica a favore
di questa proposta di legge. Chiediamo a tutti i rappresentanti delle
istituzioni e delle associazioni, agli operatori pubblici interessati
di adoperarsi perché l’iter parlamentare della legge non incorra
in altri rinvii e in stravolgimenti durante la discussione del
settembre prossimo.
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