Il momento del massimo
splendore della stella di Lin Piao (1908-71) nel comunismo cinese si
ebbe con il IX congresso del partito, nel 1969. Non solo fu lui a
tenere il rapporto iniziale e a tirare le conclusioni, ma venne
sancito il suo ruolo di “più fedele compagno d'armi e successore
di Mao Tse-tung”. Poi la sua improvvisa caduta: secondo la versione
ufficiale cinese nel 1971 aveva organizzato un complotto per uccidere
Mao e impadronirsi del potere e nel settembre di quell'anno morì in
un incidente aereo mentre tentava la fuga. In realtà fino ad allora
era stato - tra i capi militari del comunismo cinese - il più vicino a
Mao nelle ricorrenti crisi del partito ed aveva sostituito
come ministro della difesa P'eng Teh-huai, che a Mao si era
contrapposto, dopo il Plenum di Lushan del 1959.
Lin, nato nel 1908, si era
formato come militare presso l'Accademia Whampoa di Chiang Kai-shek
nel 1926, e nello stesso anno era entrato nel Partito comunista
cinese. Appena ventiduenne, nel 1930, divenne comandante della terza
Armata Rossa. Dopo la Lunga Marcia, egli lavorò all'Accademia
dell'Armata Rossa, a Yenan, ribattezzata Università politica e
militare antigiapponese, a partire dal 1936, occupandosi della
formazione dei quadri militari. È a questo periodo che si riferisce
la lettera, resa nota durante la Rivoluzione Culturale. L'importanza
dello scritto è nel primato che Mao attribuisce alla formazione
generale, culturale e letteraria, dei capi militari, fino a
sottolineare la sua prevalenza sulla formazione tecnica. (S.L.L.)
Da sinistra Lin Piao e MaoTse-tung |
1936
Compagno Lin Piao,
Sono pienamente d'accordo
con la tua lettera. Una sola osservazione: dei tre corsi,
l'educazione «culturale» (coltivare la capacità di leggere,
leggere libri e giornali, e scrivere) è l'elemento più importante,
la componente fondamentale. Secondo quanto affermate tu e i tuoi
colleghi, pari rilievo sarà dato alla teoria e alla pratica; gli
strumenti «culturali» fanno parte della «pratica» che unisce la
teoria alla pratica. Gli strumenti «culturali» possono e devono
essere impiegati per unire le due cose. Se lo studente, dopo aver
appreso altre cose, non può né leggere libri né scrivere, il suo
sviluppo futuro dopo aver terminato la scuola sarà limitato. Se tu
sei d'accordo con me, allora penso che nei prossimi quattro mesi ci
dovrebbero essere un maggior numero di lezioni «culturali»
(lettura, scrittura e composizione) nel secondo e nel terzo corso. A
mio giudizio, queste lezioni dovrebbero essere aumentate di numero
fino a un quarto o anche a un terzo del totale delle ore di studio
(compresi i compiti a casa) di uno studente. Ti prego di riflettere
su questo problema. Quando verrà il momento per gli esami periodici,
la «cultura» sarà un importante metro di giudizio.
Saluti.
Mao Tse-tung
In Mao Tse-tung Per la
Rivoluzione Culturale. Scritti e discorsi inediti 1917-1969 –
Antologia a cura di Jerome
Ch'en, Einaudi, 1975
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