Se
torna il sole, se discende la sera,
se
la notte ha un sapore di notti future,
se
un pomeriggio di pioggia sembra tornare
da
tempi troppo amati e mai avuti del tutto,
io
non sono più felice, né di goderne né di soffrirne:
non
sento più, davanti a me, tutta la vita…
Per
essere poeti, bisogna avere molto tempo:
ore
e ore di solitudine sono il solo modo
perché
si formi qualcosa, che è forza, abbandono,
vizio,
libertà, per dare stile al caos.
Io
tempo ormai ne ho poco: per colpa della morte
che
viene avanti, al tramonto della gioventù.
Ma
per colpa anche di questo nostro mondo umano,
che
ai poveri toglie il pane, ai poeti la pace.
In
la religione del mio tempo,
Garzanti, 1976
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