Non pochi compagni e
amici delle mie parti, specialmente di Porto Empedocle ed Agrigento,
hanno avuto rapporti di conoscenza e cordialità con Andrea
Camilleri, che tornava di rado nelle terre in cui era nato. Lo
scrittore, anche dopo il successo sempre più grande degli ultimi
decenni, era persona di grande affabilità, curioso del mondo e
disponibile alla conoscenza e alla conversazione, soprattutto con i
compagni.
La fortuna di un incontro
diretto io l'ho avuta altrove, occasionalmente, quando con Maurizio
Mori lo trovammo a Palazzo Madama, nella biblioteca, per un convegno che commemorava
Sergio Garavini a qualche mese dalla morte. Me lo presentò un
vecchio compagno di FGCI che stava con lui, licatese di nascita ma
trasferitosi ad Agrigento, l'estroso Tano Cavaleri. Fu una
chiacchierata molto cordiale e molto breve quella che facemmo in
attesa dell'inizio. Per un po' parlammo di Perugia e, quando gli
dissi il mio paese d'origine e il mio nome, seppi ch'era stato
compagno di studi di mio zio Pino, al Liceo Empedocle di Agrigento.
Tutto qui.
Oggi, mentre al telefono
condividevo questo ricordo con un vecchio compagno, ho appreso che
anche Tano, già da qualche lustro, è morto. Ne ho provato grande
dispiacere e ho ricordato le parole di Claudio Villa: "Morte,
fai schifo". (Stato di fb – 17 luglio 2019)
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