Quello che segue, il documento finale di una riunione congiunta dei Comitati Regionali del PCI e del PSI siciliani, non è tanto esemplificativo del periodo "frontista" nella storia della sinistra italiana e siciliana, quanto piuttosto del suo esaurimento. Alle precedenti elezioni per l'Assemblea Regionale Siciliana i due partiti si erano presentati uniti nelle stesse liste del Blocco del Popolo, sotto il simbolo di Garibaldi; alle imminenti elezioni della primavera 1955 si preparano a presentarsi in liste separate.
E c'è di più: il segretario regionale del PSI, Raniero Panzieri, aveva già rilasciato a "L'Ora" un'intervista in cui preannunciava una proposta politica nuova, quella di un accordo fra Democrazia cristiana e Partito socialista per un governo di svolta in Sicilia, e anticipava l'apertura delle liste socialiste a candidati indipendenti dell'area liberaldemocratica, in particolare quelli legati al Movimento di Unità Popolare fondato, contro la legge elettorale maggioritaria (la cosiddetta legge-truffa) da Piero Calamandrei e Ferruccio Parri.
Ribadire l'importanza delle lotte condotte insieme e le rinnovate convergenze programmatiche serve più che altro a sottolineare il carattere consensuale della separazione e ad impedire contraccolpi nelle amministrazioni locali governate insieme e nella CGIL. (S.L.L.)
Girolamo Li Causi e Raniero Panzieri |
I caposaldi del programma del P.C.I. e
del P.S.I.:
«Uniti nella lotta e nell'azione, ciascuno dietro le
proprie bandiere»
Martedì 8 febbraio si sono riuniti in
seduta comune i Comitati regionali siciliani del Partito socialista
italiano e del Partito comunista italiano, sotto la presidenza dei
loro segretari regionali, compagni Girolamo Li Causi e Raniero
Panzieri, membri rispettivamente detta Direzione del P.C.I. e del
P.S.I. La riunione è stata dedicata a un approfondito esame della
situazione politica in Sicilia. Il dibattito si è protratto per
tutta la giornata, con interventi di numerosi dirigenti delle
federazioni dei due partiti e dei deputati regionali ed è servito ad
approfondire e precisare con grande chiarezza gli obiettivi e i
compiti, con particolare riferimento alle elezioni per il
rinnovamento dell’Assemblea regionale, che stanno dinanzi ai due
partiti della classe operaia e dei lavoratori siciliani, nell’attuale
fase della lotta per la pace e la difesa e lo sviluppo
dell’autonomia.
In questo momento drammatico per le
sorti di tutta l’umanità, il compito primo è quello di impegnare
nel modo più largo e vivete tutte le organizzazioni del P.C.I. e del
P.S.L nella lotta per la pace. La pace è esigenza vitale del popolo
siciliano, che già in passati ha manifestato la sua decisa volontà
di lottare per essa, segnatamente con le grandi manifestazioni
popolari in occasione della venuta in Italia del generale Eisenhower
e con il plebiscito contro la bomba atomica, suggellato da un solenne
voto del Parlamento siciliano.
La Sicilia, che ha sempre pagato col
sangue dei suoi figli e con una maggiore miseria le avventure di
guerra decise dalle classi dominanti italiane con l’appoggio degli
agrari siciliani, che continua ancor oggi a soffrire fame e miseria,
retaggio, al tempo stesso, della guerra passata ed effetto
dell’accelerata preparazione di un nuovo conflitto da parte degli
attuali governanti al servizio degli imperialisti, non può oggi
permettere che la sua vita e il suo avvenire vengano minacciati per
la follia di avventurieri internazionali, che mettono in pericolo
l’esistenza stessa di tutta l’umanità. Il popolo siciliano ha il
diritto di esigere che sia per sempre chiuso il periodo storico
durante il quale, di fronte ai suoi problemi angosciosi, le classi
dominanti non hanno saputo offrire altro che emigrazione e guerre,
scatenate nell’interesse di pochi privilegiati: esso si è
conquistato, attraverso dure lotte, la sua autonomia per poter far
valere i suoi diritti e le sue aspirazioni alla pace e al benessere,
e tanto più è deciso oggi a difendere questi diritti e queste
aspirazioni, quando è stata sfatata definitivamente la leggenda
della Sicilia zona fatalmente arretrata.
Il popolo siciliano ha lottato e lotta
per la riforma agraria, per una riforma amministrativa che sollevi i
comuni dall’oppressione dei prefetti e dall’impotenza finanziaria
e promuova la libertà, per impedire che siano sfruttate a vantaggio
dei monopoli e dello straniero le risorse di energia, delle quali si
è scoperta la ricchezza: il petrolio, l’energia elettrica, le
miniere. In tal modo ha aperto una strada, in fondo alla quale non vi
è più la miseria c la disperazione, ma un avvenire radioso. Non
solo una guerra distruggerebbe definitivamente il frutto delle sue
lotte eroiche, dei suoi sacrifici, del suo lavoro, ma già oggi il
solo fatto che si continui una politica, che dà la prevalenza alle
spese militari su quelle pacifiche, compromette o ritarda di anni gli
obiettivi di rinnovamento e di progresso.
Per chiedere una politica di pace, per
proclamare la loro volontà contraria ai piani forsennati degli
imperialisti diretti allo scatenamento di un terzo conflitto
mondiale, nel quale l’uso delle bombe atomiche e termonucleari
moltiplicherebbe a dismisura i lutti e le rovine delle guerre
passate, i socialisti e i comunisti siciliani hanno preso solenne
impegno di appoggiare con tutte le loro forze la lotta per la pace e,
in particolare di mobilitare tutte le loro energie per far conoscere,
per far sottoscrivere a tutti i siciliani l’appello contro l’uso
delle armi atomiche, lanciato dal Consiglio mondiale della pace nella
sua recente sessione dì Vienna. La lotta per una politica di pace
del popolo siciliano assume particolare valore oggi, quando alla
direzione del governo italiano, nei maggiori posti di responsabilità,
alla presidenza del Consiglio e al ministero degli Esteri, seggono
proprio due ministri siciliani.
Per fare sì che ogni cittadino, che
ogni gruppo sociale, che ogni tendenza politica e ideale possano
esprimersi e farsi valere sul piano politico parlamentare e si
sviluppi al massimo il libero giuoco democratico, contro il monopolio
politico perseguito con tutti i mezzi dalla Democrazia cristiana e
contro il ricostituirsi del blocco di destra, che ha mortificato e
mira a soffocare il Parlamento, i comunisti c i socialisti siciliani
chiedono che sia assicurato, per le prossime elezioni dell’Assemblea
regionale siciliana, il sistema più democratico, che è quello della
proporzionale pura.
Il P.C.I. c il P.S.I. prendono atto del
cammino percorso da forze, che sono oggi arrivate a comprendere la
necessità di una lotta unitaria per gli interessi della Sicilia e
fanno appello a tutti i cittadini e a tutti i gruppi politici, che
effettivamente vogliono la rinascita della Sicilia, perché, contro
le forze del passato, che hanno tentato più volte di affossare
l’autonomia siciliana, contro l’oppressione del governo centrale,
si schierino nella lotta, accanto alle classi lavoratrici e ai loro
partiti. Ceti medi produttori, piccoli industriali, commercianti,
hanno compreso in quesri anni la necessità, per lo sviluppo
economico e civile della Sicilia, della riforma agraria, dando il
loro appoggio alla lotta per una giusta soluzione del problema
contadino; hanno compreso la giustezza delle lotte condotte dai
sindacati dei lavoratori, per l’adcguamento dei salari degli operai
siciliani a quelli degli operai del Nord e per la difesa e lo
sviluppo della nostra industria contro il soffocamento da parte dei
monopoli e dello straniero. Essi nella lotta per la pace e il
progresso della Sicilia possono trovare il loro posto, in uno
schieramento articolato c differenziato, n cui ciascuno esprima la
propria personalità c difenda gli interessi del proprio ceto e della
propria categoria, lottando per quelli più generali.
Oggi gli interessi della Sicilia si
difendono lottando per la pace, per la difesa c lo sviluppo
dell’industria siciliana, per l'utilizzazione piena di tutte le
fonti dì energia, per la riforma agraria, per la riforma
amministrativa, per la ferma rivendicazione di tutti i diritti
costituzionali della Sicilia nei confronti dello Stato e in
particolare per il rispetto dell’art.38 dello Statuto e per la
difesa delle funzioni e della strettura dell'Alta Corte per la
Sicilia, suprema garanzia dell’antonomia. Questi sono i capisaldi
del programma che il Partito socialista e il Partito comunista
propongono a tutte le forze politiche oneste, democratiche e
autonomiste e alle masse dei popolo siciliano.
L’unità dei due partiti, rinsaldata
dalle lotte, dal lavoro di ogni giorno, dai sacrifici e dal sangue di
tanti militanti e combattenti eroici, le lotte sostenute con successo
dal Blocco del Popolo nel paese e nel Parlamento, la loro forza, il
programma che nanne proposto ai popolo siciliano ed al quale hanno
sempre tenuto tede, sono garanzia per tutti di poter portare avanti
le proprie istanze, di poter difendere i propri interessi senza
bisogno di piegarsi ai ricatti, per finire poi soffocati dal pesante
abbraccio della Democrazia cristiana. Accanto ad essi, uniti nel
programma e nell’azione avranno modo di esprimersi altre forze
libere, che vogliono la pace, l’autonomia, il progresso della
Sicilia. Uniti nella lotta e nell’azione, ciascuno dietro la
propria bandiera e i propri simboli, tutti gli uomini onesti, gli
amici della Sicilia, coloro che lottano per la pace ed il progresso
potranno ancora una volta spingere indietro le forze reazionarie
locali, i fautori di guerra, gli imperialisti stranieri, portando
avanti la Sicilia verso un avvenire luminoso, per il quale il suo
popolo ha lottato, ed al quale sente di avere finalmente diritto.
IL COMITATO REGIONALE DEL PCI
IL COMITATO REGIONALE DEL PSI
l'Unità, 15 febbraio 1955
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