Mare nero
Una notte chiara, mentre gli altri
dormivano, ho salito
le scale fino al tetto della casa e
sotto un cielo
fitto di stelle ho scrutato il mare, la
sua distesa,
il moto delle sue creste spazzate dal
vento, divenire
come pezzi di trina gettati in aria.
Sono rimasto nella lunga
notte piena di sussurri, aspettando
qualcosa, un segno, l’avvicinarsi
di una luce lontana, e ho immaginato
che tu venivi vicino,
le onde scure dei tuoi capelli
mescolarsi col mare,
e l’oscurità è divenuta desiderio,
e desiderio la luce che approssimava.
La vicinanza, il calore momentaneo di
te mentre rimanevo
su quell’altezza solitaria guardando
il lento gonfiarsi del mare
rompersi sulla riva e in breve mutare
in vetro e scomparire…
Perché ho creduto che saresti venuta
uscita dal nulla? Perché con tutto
quello che il mondo offre saresti
venuta solo perché io ero qui?
L’uomo che cammina un passo avanti al
buio. Poesie 1964-2006 (Mondadori, 2011), trad. Damiano Abeni
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