Bassotto al guinzaglio |
È stato l’uomo a
selezionare nei cani la capacità di esprimere emozioni con
l’espressione degli occhi, attraverso il movimento delle
sopracciglia. A dirlo uno studio pubblicato sulla rivista
dell’Accademia Nazionale delle Scienze americana («Pnas»),
realizzato dall’Università inglese di Portsmouth. Gli autori della
ricerca hanno confrontato la muscolatura facciale di 33 cani
domestici con quella di 13 esemplari del suo parente più stretto, il
lupo selvatico. Hanno, così, scoperto che ci sono delle importanti
differenze nella muscolatura intorno agli occhi. Differenze che
rendono possibili nei cani 8e non nei lupi) movimenti particolari
come, ad esempio, sollevare le sopracciglia fino ad assumere una
forma quasi «a virgola», creando un’espressione che è tipica
anche degli esseri umani quando prova tristezza. Movimenti che,
insomma, rendono lo sguardo del cane molto «riconoscibile» per
l’uomo e quindi capace di suscitare in noi «empatia». «Gli occhi
sembrano più grandi - dicono i ricercatori - più simili a quelli
dei bambini».
Per gli autori dello
studio siamo stati proprio noi esseri umani, a partire
dall’addomesticazione del cane più di 33.000 anni fa, a
indirizzare l’evoluzione della loro espressività nel segno di una
maggiore capacità di comunicazione con noi. «Abbiamo anche studiato
il comportamento degli animali - sottolineano i ricercatori - E
abbiamo visto che quando i cani si trovavano alla presenza
dell’essere umano, in pochi minuti alzavano il sopracciglio interno
con un’intensità superiore rispetto a quella dei lupi».
«In natura è la
pressione selettiva che produce l’adattamento nello specie. Quello
che ha fatto l’uomo col cane l’ha fatto il ghepardo sulla
gazzella - spiega l’etologo Roberto Marchesini al Corriere della
Sera - La parentela tra cane e lupo è molto stretta, possiamo dire
che sono cugini. Ma dal Paleolitico l’uomo ha iniziato a
selezionare i cani privilegiando le caratteristiche che più lo
rassicuravano. In particolare ha favorito una tendenza pedomorfica.
Cioè le caratteristiche più infantili e rassicuranti. Per questo,
ad esempio il cane abbaia anche da adulto, cosa che il lupo non fa,
ed è molto più giocoso. Insomma l’uomo ha scelto quei cani che
erano più docili, erano più adatti ad essere guidati, erano più
arrendevoli e meno combattivi».
Corriere della sera 19
giugno 2019
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