Luciano De Crescenzo |
Di questi tempi la morte
mi lancia segnali.
Prima il mio primo
alunno, un carissimo compaesano, Gaetano, medico anestesista, di una
gentilezza e bontà fuori dall'ordinario, a cui avevo dato
ripetizioni di latino nel 65, quando faceva il IV ginnasio ed io il
II liceo.
Poi il mio compagno di
banco di terza media, Lillo, che fece a lungo il tecnico all'ANIC di
Gela e che è morto qualche giorno fa a Palermo, di cancro guarda
caso.
Poi personalità note al
pubblico con cui ho avuto un contatto personale, anche brevissimo ma
per me significativo.
Giorgio Nebbia, uno dei
padri dell'ambientalismo, che conobbi ad una manifestazione di
partito quando era senatore per la Sinistra Indipendente negli anni
Ottanta.
Andrea Camilleri che
avevo conosciuto per la commemorazione di un sindacalista e uomo
politico di cui entrambi eravamo amici. Era insieme a un mio antico
compagno di FGCI, anche lui Gaetano, di cui proprio ieri, dopo
diversi anni, ho appreso la morte.
Oggi Luciano De
Crescenzo, l'ingegnere appassionato di filosofia che a suo modo la
divulgava, ma anche un umorista di scuola napoletana di buon livello.
Totò Micciché, che era suo ed è mio amico, a quel tempo
Provveditore agli Studi di Perugia, in occasione di una sua
conferenza nella nostra città, organizzò una cena in suo onore, cui
invitò anche me. Eravamo una ventina e non ero tra quelli che gli
erano più vicini, per cui non posso riferire granché della sua
conversazione, che però dai volti delle persone che lo circondavano
si arguiva interessante e gradevolissima.
Si allontanò dalla tavola per il tempo di una telefonata. Poi ad alta voce riferì, non so quanto esattamente: "Alla Mondadori hanno offerto, ad alto prezzo, le memorie di Monica Lewinsky e mi hanno chiesto un parere. Ho suggerito di andar cauti. Non sempre chi è bravo all'orale, lo è altrettanto allo scritto". La battuta può piacere o no, e comprendo chi non la trova di buon gusto; ai commensali - forse perché erano in gran numero persone di scuola - non dispiacque e anche De Crescenzo dovette innamorarsene, visto che il giorno dopo trovò il modo di ripeterla in un'intervista al tg regionale. È pratica che ha trovato la sua apoteosi letteraria nel Decameron del Boccaccio il raccontare allegre storielle di sesso "in periculo mortis" o quando in qualche modo la morte ci gira intorno. Credo che sia anche un modo di esorcizzarla. Anche per questo, nel ricordare De Crescenzo che - anche lui! - ci ha lasciato, ho voluto raccontare questo aneddoto piccantino. (Stato di fb - 18 luglio 2019)
Si allontanò dalla tavola per il tempo di una telefonata. Poi ad alta voce riferì, non so quanto esattamente: "Alla Mondadori hanno offerto, ad alto prezzo, le memorie di Monica Lewinsky e mi hanno chiesto un parere. Ho suggerito di andar cauti. Non sempre chi è bravo all'orale, lo è altrettanto allo scritto". La battuta può piacere o no, e comprendo chi non la trova di buon gusto; ai commensali - forse perché erano in gran numero persone di scuola - non dispiacque e anche De Crescenzo dovette innamorarsene, visto che il giorno dopo trovò il modo di ripeterla in un'intervista al tg regionale. È pratica che ha trovato la sua apoteosi letteraria nel Decameron del Boccaccio il raccontare allegre storielle di sesso "in periculo mortis" o quando in qualche modo la morte ci gira intorno. Credo che sia anche un modo di esorcizzarla. Anche per questo, nel ricordare De Crescenzo che - anche lui! - ci ha lasciato, ho voluto raccontare questo aneddoto piccantino. (Stato di fb - 18 luglio 2019)
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