L'articolo, tratto dal sito della rivista fiorentina "Il Ponte", è di qualche giorno fa e – almeno in parte – si riferisce a una situazione
superata dai fatti. Non è male tuttavia leggerlo. Sulla Corte
Europea dice cose pesanti, ma giuste; tali da rendere ridicole le
illusioni degli ignavi che sperano e dicono “ci penserà l'Europa”.
E dice cose interessanti sul Veneto cattolico. (S.L.L.)
È vero, la Corte di
Strasburgo non ha dato ragione al nostro ministrello dell’Interno
quando, qualche giorno fa, pronunciandosi sul ricorso presentato
dalla coraggiosa capitana della Sea Watch 3 e da una
quarantina di migranti, invocanti gli articoli 2 (diritto alla vita)
e 3 (divieto di trattamenti inumani e degradanti) della Convenzione
europea dei diritti dell’uomo, si è in pratica rifiutata di
chiedere al governo italiano un provvedimento provvisorio d’urgenza
che consentisse ai migranti di sbarcare e, conseguentemente, di
presentare proprio alle autorità italiane una richiesta di
protezione internazionale.
La Corte ha parlato
attraverso un ventriloquo che ha un nome tragicamente antico: Ponzio
Pilato. Evidentemente per dare corpo a un vero e proprio diniego di
giurisdizione, se non addirittura di negata giustizia, la Corte non
poteva appigliarsi a diverso precedente. Il tecnicismo ha funzionato
ancora una volta: da un lato si dice che la situazione dei migranti
dopo alcune settimane di stallo non è tale da integrare il rischio
di vulnerabilità, dall’altra si raccomanda al governo italiano di
prestare assistenza; talché, funzionando eventualmente il meccanismo
escogitato dalla Corte per cavarsi d’impiccio, la situazione di
fatto potrebbe anche protrarsi all’infinito.
Il rancido retrogusto
politicistico della decisione credo che si avverta a naso; e non v’è
bisogno alcuno di insistervi su più di tanto. Del resto sono queste
le occasioni in cui le istituzioni europee si degradano agli occhi
sia di chi ancora conserva un sogno europeo che di quanti, invece,
lavorando con alacrità alla catena di montaggio degli incubi,
ritengono di aver domato anche l’unica per quanto imperfetta
giurisdizione continentale.
I risvolti italiani sono
quelli che era facile aspettarsi. Il prototipo aggiornato
dell’ausiliaria di Salò di cui non ricordo mai il nome:
arrestiamoli tutti e affondiamo la nave! Sale non si chiede di
spargerne perché il mare è già salato di suo e quindi almeno
quello si può risparmiare. Il ministrello dell’Interno invoca –
anzi ingiunge – ai giudici di intervenire per reprimere un non
meglio specificato (e specificabile) “atto ostile” di una nave
(comunitaria) disarmata e piena di migranti. E dileggia l’opposizione
che va in gita turistica nell’isola: proprio lui che da un anno e
mezzo fa gite turistiche a spese dell’erario.
Di rincalzo,
l’inverecondo balilla berlusconiano straparla in stile: come diceva
Benedetto Croce, la vecchiaia se non prende alle gambe prende alla
testa. Amen.
Stamattina (27 giugno)
«L’Arena di Verona» spara in prima pagina, su tutt’e sei le
colonne di cui dispone, Verona, il giorno più caldo di sempre. In
fondo pagina una foto sul ritrovamento dei cadaveri di un padre e
della sua bambina annegati mentre cercavano di raggiungere gli Stati
Uniti: il Messico è lontano, Lampedusa è relativamente più vicina;
e quindi in prima pagina parliamo del Messico. Il nord-est cattolico,
solidarista e con quel tanto di universalismo romano che pure lo ha
caratterizzato a lungo, diventa sempre più venetista; e ogni giorno
deve liberarsi di qualche pezzo di quella cattiva abitudine che si
chiama Vangelo. Qui la Lega prende il 50% dei voti. Qui più che
altrove il nuovo Nerone da operetta può trovare il suo popolo; e
viceversa. Cristo o Barabba? Barabba, naturalmente. Lo dice anche la
Corte di Strasburgo
pubblicato nel sito de
“Il Ponte”, il 28 Giugno 2019
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