Un moderno tostapane a scatto |
Tostare il pane dà una
certa soddisfazione. Forse, si potrebbe pensare, perché il risultato
è un alimento capace di tirare su il morale con la sua croccantezza
e con il profumo celestiale del burro che si scioglie nelle
scanalature. La soddisfazione, però, è anche meccanica e infantile:
introdurre le fette nelle fessure, impostare il timer e aspettare il
bip o il pop.
Per essere un oggetto
così elementare, il tostapane elettrico arrivò piuttosto tardi.
Dagli anni Novanta dell’Ottocento, gli uomini potevano teoricamente
usare l’elettricità per riscaldare i bollitori e friggere le uova,
ma per il pane tostato ricorrevano ancora ai forchettoni e alle
griglie della gastronomia basata sul focolare aperto. Si trattava di
variazioni sul tema degli strumenti appuntiti e dei cestelli per
tenere il pane (o i bocconcini di carne e formaggio) davanti alla
fiamma. La tostatura, a ben pensarci, è una forma di cottura
arrosto, perché si applica all’alimento il calore radiante fino ad
abbrustolire la superficie.
Per arrivare
all’invenzione del tostapane elettrico fu necessario trovare un
filamento di metallo durevole, abbastanza forte per resistere al
calore senza fondersi. Accadde nel 1905, quando Albert Marsh scoprì
il nichrome, una lega di nichel e cromo a bassa conduttività. A quel
punto il mercato statunitense fu invaso dai tostapane elettrici,
caratterizzati da varie tecniche manuali per l’estrazione delle
fette.
L’apparecchio che
conosciamo ora fu una creazione di Charles Strite, un meccanico del
Minnesota che ne aveva fin sopra i capelli del pane bruciacchiato
della mensa. Nel 1921 ottenne il brevetto per un modello con molle
verticali di espulsione e timer variabile. Questa sì che fu una
novità: un elettrodomestico che faceva tutto da solo. «Non occorre
sorvegliarlo. Il pane non può bruciare» diceva l’annuncio
pubblicitario del Toastmaster di Sprite.
Magari fosse vero. E' ancora possibile, ahimè, carbonizzare le fette con un tostapane a scatto.
Magari fosse vero. E' ancora possibile, ahimè, carbonizzare le fette con un tostapane a scatto.
da Bee Wilson, In punta di forchetta,Rizzoli 2013
Nessun commento:
Posta un commento