Nazim Hikmet in un francobollo commemorativo delle poste sovietiche |
Angina pectoris
1948
Se qui c’è la metà del mio cuore,
dottore,
l’altra metà sta in Cina
nella lunga marcia verso il Fiume
Giallo.
E poi ogni mattina, dottore,
ogni mattina all’alba
il mio cuore lo fucilano in Grecia.
E poi, quando i prigionieri cadono nel
sonno
quando gli ultimi passi si allontanano
dall’infermeria
il mio cuore se ne va, dottore,
va in una vecchia casa di legno, a
Istanbul.
E poi sono dieci anni, dottore,
che non ho niente in mano da offrire al
mio popolo
niente altro che una mela
una mela rossa, il mio cuore.
È per tutto questo, dottore,
e non per l’arteriosclerosi, per la
nicotina, per la prigione,
che ho quest’angina pectoris.
Guardo la notte attraverso le sbarre
e malgrado tutti questi muri
che mi pesano sul petto
il mio cuore batte con la stella più
lontana.
Postilla
Poesia scritta nel carcere che in Turchia ospitò il poeta dal 1938 al 1950 per la sua opposizione di comunista, postata alle ore 0,34 di martedì 22 dicembre, in lieve ritardo, per inconvenienti tecnici.
Poesia scritta nel carcere che in Turchia ospitò il poeta dal 1938 al 1950 per la sua opposizione di comunista, postata alle ore 0,34 di martedì 22 dicembre, in lieve ritardo, per inconvenienti tecnici.
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