8.9.15

Senza vino e senza tabacco. Una lettera di Robert Louis Stevenson a Henry James

Robert Louis Stevenson

giugno 1893
Mio caro James,
ho dovuto smettere di bere tutti gli alcolici e di fumare tabacco e lo stato di transizione in cui mi trovo mi fa quasi impazzire. Voi non avete mai fumato, credo, quindi non potrete mai sapere che delizia sia smettere. Ma se non altro avete bevuto, e potete forse capire la mia rabbia nello scoprire improvvisamente che un bicchiere di chiaretto o di brandy e acqua mi assicurano un’emicrania da far scoppiare la testa per il giorno dopo; e su questo non c’è alcun dubbio. Qualunque cosa beva. ecco pronta l'emicrania.
E il tabacco mi fa altrettanto male.
Se riuscirò a superare questa troncatura d’abitudini, sembreró proprio una specie di cuccioletto impaurito. Purtroppo sono così fatto (o così contorto) che non mi piace pensare a una vita senza vino rosso sul tavolo o senza tabacco, con la sua piccola deliziosa brace accesa. Non mi sembra per niente divertente, vista da lontano. Magari poi, entrandoci, scoprirò che è il Giardino del Paradiso, ma il colore dei pilastri del cancello per adesso non mi attira.
Supponete che qualcuno vi dicesse che dovete abbandonare la vostra casa, i vostri libri, i vostri club e andarvi ad accampare in mezzo all’Africa per assumere il comando di una spedizione: urlereste, scalcereste, fuggireste. Bene, penso la stessa cosa di una vita senza vino e senza tabacco, ma se continua così, mi toccherà partire e accettare di andarci, come è vero che sono vivo.
Robert Louis Stevenson


da “Tuttolibri La Stampa”, 24 ottobre 1987

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