31.10.15

Tipografia futurista (Oscar De Blasi)

Il futurismo e la grafica. Vale la tesi sostenuta dai due autori di questo prezioso volume, Gianni Fanelli e Ezio Codoli (Edizioni Comunità, pagg. 200, lire 70.000). Cioè: nei confronti del futurismo pesano da sempre alcuni pregiudizi.
Fanelli e Godoli ne indicano due: 11 primo consiste nel considerarlo morto con la Prima guerra mondiale, il secondo nasce dal ritenerlo questione di pittori e di Boccioni in particolare. Se ne potrebbero aggiungere altri, legati ad una considerazione spesso ideologizzata e ad una immagine provinciale, che non rispetta cioè legami e intersecazioni intemazionali. Il libro di Fanelli e Godoli risulta prezioso allora proprio perché smentisce la «visione pitturocentrica» e, per così dire, allarga i confini, consente così, attraverso i confronti, valutazioni, anche storiche, più corrette.
La ricostruzione di un dibattito e di una storia è ricca e scrupolosa, attenta alle influenze europee, ai rapporti con la letteratura e la pittura, alla discussione sui testi teorici. Ma la lettura più efficace avviene attraverso le immagini, centinaia di riproduzioni raccolte con certosina, crediamo, pazienza, per una documentazione straordinaria e sorprendente. Gli autori citati, sono Balla, Acquaviva, Prampolini, Diulgheroff, Tato, Boccioni, Carmelich, Fillia, Bruno Munari, Ricas, Soffici, Sant'Elia, e, naturalmente, con numerosi altri, Fortunato Depero, conosciuto e celebrato anche in mostre recenti, propagandista di una fantasia ribelle e coraggiosa, innovatore fino alla provocazione.
Sue sono forse le cose più belle (come quella che riproduciamo), soprattutto là dove il colore piatto incrocia il segno forte della grafica, accanto a quelle – naturalmente - di Bruno Munari, che anticipa li elaborazioni di raffinata astrazione.


“l’Unità”, 5 ottobre 1988

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