La storia è solcata da
passi femminili.
Le donne di ogni epoca
hanno viaggiato in lungo e in largo per passione, necessità o
missione: le regine per intrecciare relazioni politiche e
diplomatiche, le fondatrici di istituti religiosi per portare nel
mondo il proprio zelo missionario, le antropologhe per studiare la
realtà di Paesi lontani, le esploratrici per un desiderio di
avventura, le esuli perché costrette ad abbandonare la patria.
Per Amy Johnson,
l’aviatrice inglese che stabilì numerosi record di percorrenza
negli anni Trenta del Novecento, sono stati soprattutto la distanza e
il mezzo di trasporto ad accendere la sua passione per i viaggi.
Dopo essersi laureata
alla Sheffield University, Amy diventa segretaria dell’avvocato
londinese William Charles Crocker, covando segretamente il desiderio
di volare.
Inizia a esercitarsi
presso il London Air Club di Edgware e, sotto la guida del Capitano
Valentine Baker, è la prima donna britannica a conseguire la licenza
C.
Grazie al sostegno di suo
padre, che l’aiuta a comprare un aereo di seconda mano battezzato
“Jason”, nel 1930 Amy sfida se stessa e raggiunge Karachi in sei
giorni, battendo il record mondiale per la distanza.
Nello stesso anno, si
spinge fino all’Australia dopo aver volato per 11 mila miglia.
Nel luglio 1931, insieme
al co-pilota Jack Humphreys, raggiunge Tokyo attraversando la Siberia
e stabilendo un tempo record per volare dall’Inghilterra al
Giappone.
L’anno successivo,
realizza un record personale per il volo da Londra a Città del Capo,
in Sud Africa.
Nel 1940, nell’ambito
della Seconda Guerra mondiale, si presta nel trasporto aereo
ausiliario (ATA) e, infine, non fa ritorno da un volo nel gennaio
1941: finita fuori rotta a cause delle condizioni climatiche avverse,
il suo corpo non è mai stato ritrovato.
A renderla famosa sono
state le sue imprese di pilota, le fotografie che documentano i suoi
viaggi, ma soprattutto il coraggio, abbracciato in un momento storico
in cui erano pochissime le donne a volare.
Ancora oggi, numerosi
edifici e strade sono intitolati a lei: un dipartimento presso
l’Università di Sheffield e diverse vie importanti, tra cui Darwin
(Australia), Bridlington (Yorkshire), Blackpool (Lancashire) e
Londra.
Dal sito “L'uomo con la
valigia”, 26 aprile 2012
Nessun commento:
Posta un commento