31 dicembre 1966
Al
pari della poltrona di Molière alla «Comedie française», c’era
un tavolo d’angolo in una trattoria di via Sardegna molto
frequentata da stranieri, che viene orgogliosamente mostrato come un
cimelio. Paolo, il proprietario, racconta volentieri la storia di
quel suo strano cliente degli anni ’50. Era un americano dall'aspetto e dai vestiti dimessi, il volto coperto da barba quasi
bianca, parlava discretamente l’italiano, al contrario della
signora che lo accompagnava, la quale si esprimeva soltanto a
monosillabi, nella sua lingua. Lui e lei, più che una coppia di
turisti, facevano pensare a rifugiati politici, tanto che l’oste
mai, prendendone le ordinazioni, si sognava proporre vini in
bottiglia o piatti di primizie. Il «Frascati» comune andava
benissimo e così i cibi più semplici. Le maniere cordiali del
«barbone» avevano, comunque, talmente conquistato Paolo che, a un
certo punto, cominciò a trattare lui e sua moglie con tutti i
riguardi senza peraltro calcare la mano sui prezzi. Per lunghi mesi,
addirittura per anni, qualche volta anche due volte al giorno, i due
andarono a sedersi al solito angolino.
Una
sera in quella trattoria entrò il neo commendatore Vittorio De Sica.
Naturalmente, tutte le attenzioni erano per l’attore e regista
famoso. A un altro tavolo, un giornalista si godeva la scena. Quando,
ossequiatissimo, il «poeta dello schermo» andò via, il giornalista
chiamò Paolo in disparte e gli disse indicandogli il cliente barbuto
«Scommetto che lei non sa chi è quello li». «Viene da tanto»,
rispose il trattore, «Mi fa simpatia e gli pratico, perciò, prezzi
di favore». Il giornalista scoppiò a ridere, quindi incalzò:
«Prezzi speciali? Ma lo sa che quello è miliardario e come
celebrità e tutto il resto vale almeno diecimila De Sica?» Paolo
guardò preoccupato l’interlocutore, forse voleva ribattere qualche
cosa ma l'altro non gliene diede tempo: «Quello, nientedimeno, è
Hemingway!» «Lo scrittore?» «Sì proprio lui!» La luce si fece
nella mente di Paolo che, in qualche parte, aveva visto una
fotografia dell’autore di Addio alle armi. Si precipitò subito verso l'americano e gli disse: "Lo sa che lei mi deve dare almeno 100 mila lire?". "E perché mai?" "Perché non l'avevo riconosciuto e le facevo i prezzi ridotti". "Paolo ti prego non credere fandonia miei miliardi, io essere povero perché pago tasse e in America non si scherza".
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