Nella sua lunga vita
l'anarchica lituana Emma Goldman è stata in numerosi paesi, mai nel
nostro.
Eppure un telegramma
prefettizio all'attenzione del ministro Bocchini, capo dell'Ovra - la
polizia segreta fascista - segnala che Emma Goldman tra la primavera
e l'estate del 1928 avrebbe attraversato l'oceano, dagli Stati Uniti
alla Francia, “con lo scopo di esplicare più facilmente attività
deleteria a danno del regime. Pregasi disporre attiva vigilanza,
fermo e perquisizione personale e bagagli, qualora rientrasse Regno,
informandone questo ministero”.
Chi si è occupato di
storia, sa quanto i fantasmi anarchici abbiano fatto passare notti
insonni alle persone preposte alla sicurezza del Regno. E quanti
omonimi di Malatesta o di altri abbiano avuto problemi, fermi,
arresti a causa della leggerezza con cui tanti sbirri hanno svolto il
loro lavoro.
Un altro documento del
1939 (un anno prima della sua morte in Canada) segnala Goldman
nell'elenco delle “persone ritenute capaci di commettere attentati
od atti inconsulti” del Ministero dell'Interno. Un bell'onore per
chi mai pose piede in Italia.
La notizia, senza
firma, è stata pubblicata sul numero di ottobre 2017 di “A Rivista
anarchica”, che ringraziava per la documentazione (trovata presso
l'Archivio di Stato di Livorno, Fondo Questura, Cat. A2, “Progetti
di attentati”, 1935-1943) Marco Rossi, autore di numerosi libri e
collaboratore della rivista.
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