8.1.13

“Ti sogno nuda coi guanti rossi”. Eluard scrive a Gala (Elena Guicciardi)

Foto di gruppo surrealista.
Gala, René Char, Eluard e Nusch
a Cadaque nel 1930.
Nel 1946, sei anni prima di morire, Paul Eluard chiese a Gala, il grande amore della sua vita, di distruggere tutte le sue lettere perché non restassero tracce della loro vita intima. L'impegno doveva essere reciproco. Per fortuna Gala non gli obbedì e così salvò per la posterità uno dei più straordinari epistolari d'amore di tutti i tempi: le 272 lettere che il poeta le scrisse nel corso di ventiquattro anni, spesso accompagnate da poemi. Ora la raccolta è pubblicata da Gallimard (Paul Eluard, Lettres à Gala, 1924-1948). E' stata Cècile, l' unica figlia della coppia, a ritrovarle fra le carte della madre, morta a Cadaquès nel 1982 all' età di 87 anni. Purtroppo mancano le lettere di Gala, che Eluard ha distrutto; ne sono rimaste solo una trentina, vale a dire quelle che risalgono ai primi anni del loro idillio (di queste, quindici figurano in appendice al volume). Per gli studiosi del surrealismo, l'epistolario presenta un notevole interesse storico, in quanto rivela numerosi particolari relativi alla vita agitata del movimento, alle beghe, agli anatemi, alle clamorose rotture: per esempio quella di Eluard con Aragon, che Paul definisce una "canaglia in smoking" e una "piagnucolosa immondizia"; quelle con Georges Bataille e con Andrè Masson, che Eluard considera dei "mascalzoni"; quelle con Breton, di cui non sopporta "la puerilità, né l'incoerenza, né la malafede".
Ma questo aspetto è del tutto secondario. Quello che conta è l' amore di Paul e di Gala, che in realtà si chiamavano Paul-Eugène Grindel e Elena Dmitrievna Diakonova. Si erano incontrati nel 1912 nel sanatorio di Clavadel, in Svizzera, dove tutti e due erano ricoverati per tubercolosi. Avevano, allora, diciassette anni. Il "coup-de-foudre" fu reciproco, ma il matrimonio fu celebrato solo cinque anni dopo: fino a quel momento, la loro relazione restò platonica. L' epistolario si apre con una lettera del 12 maggio 1924, datata da Tahiti. Gala e Paul sono sposati ormai da sette anni. Hanno stipulato un patto: ciascuno dei due lascerà un'assoluta libertà all' altro. Entrambi ne hanno approfittato; ma, a quanto pare, solo Paul ha sofferto per le avventure della moglie. In quell'anno 1924 Gala si è appunto incapricciata di Max Ernst, che è loro ospite nella casa di campagna di Eaubonne. Eluard intraprende allora un solitario giro del mondo; ma, arrivato a metà percorso, prega la sua "cara bambina" di raggiungerlo, lui l'avrebbe amata e consolata. Sapremo da un'altra lettera che, tre anni più tardi, in casa di Breton, "Max il porco" ha brutalmente preso a pugni il rivale, così come "il porco Verlaine" aveva sparato su Rimbaud. "Non rivedrò mai più Max", scrive Eluard. "Tu farai quel che vorrai... però non voglio turbarti. Per amor tuo, per la tua tranquillità, non farò niente contro di lui. Ma non tradirmi. Non potrei più vivere".
Questo episodio rivela la componente masochista dell'amore di Eluard. A Gala, il poeta concede tutto. La sua passione si nutre anche degli amori di lei per gli altri, mentre lui, se incontra una donna che gli piace, chiede prima a lei "se non vede alcun inconveniente" all'avventura. Incoraggia anche il narcisismo di Gala: "Guardati nello specchio, contempla i tuoi occhi che amo, i tuoi seni che amo, il tuo sesso che amo, le tue belle mani. Ascoltati parlare, cerca di capire bene quel che dici, mia sola amica, perché io capisco soltanto il tuo linguaggio, non traggo godimento che dal tuo godimento". Esaltazione sensuale ed esaltazione mistica si confondono nell' amore di Paul per Gala "scintillante", "illuminata dal sole", splendida "luce assente", Gala "mia sorella, mia amica, mia amante", "mia sacra bambina", "mio essere", "mia Eternità". La invita ad "abusare" della propria libertà mentre lui si prepara asceticamente al suo ritorno, perché vuole che lei lo ritrovi "prezioso e puro". Però nello stesso tempo è ossessionato "dai suoi seni, il suo grembo ardente, i suoi baci caldi e umidi".
In un poemetto accluso ad una lettera del 1931, la sogna nuda sotto un manto rosso, con guanti rossi, una maschera rossa e calze nere: "Nudité pure parure parée". Questo poema, dicevamo, è del 1931. Da due anni Gala convive con Dalì a Cadaquès. Tutti conoscono la grottesca scena del primo incontro, tra i due, così come è stata narrata dal pittore ne La vita segreta di Salvador Dalì: Dalì, ancora vergine (anche lui!), fu abbacinato dalla vista di Gala in cui riconobbe la propria Gradiva; poi si cosparse di escrementi di caprone, si scorticò le ascelle e, coperto di sangue e con un geranio infilato dietro l'orecchio, la sedusse. Gala vivrà con Dalì fino alla morte, pur continuando a fare quel che le pare e piace. Dalle lettere di Eluard risulta che, ogni tanto, lei lo raggiungeva per un incontro fugace in qualche albergo o in un appartamento parigino, che il poeta aveva comprato apposta per lei sacrificando "un grande De Chirico e qualche feticcio" (spesso squattrinato, Eluard, come tutti i surrealisti, faceva un po' di commercio d'arte). Ma l'appartamento, arredato con tanto amore, restava per lo più vuoto e desolato; e Paul era assalito da incubi notturni in cui Gala gli appariva atrocemente inaccessibile. Tuttavia Eluard non nutre nei confronti del "piccolo Dalì" lo stesso risentimento che provava per Max Ernst. Anzi gli manifesta una cordialità e una stima che non sembrano finte. Scrive prefazioni per le mostre del pittore, gli dedica perfino un'ode, si interessa al suo lavoro, gli prodiga ansiosi consigli quando Dalì diventa paladino del nazismo ("bisogna assolutamente che Dalì trovi un altro argomento di delirio", perché il suo atteggiamento "hitleriano-paranoico è inaccettabile e, se dovesse persistere, provocherebbe la rovina del surrealismo e la nostra separazione").
Nel frattempo, Paul e Gala hanno divorziato. Lei si è risposata con Dalì nel 1932, lui si sposerà nel 1934 con Marie Benz, detta Nusch, dolce, paziente, "la migliore compagna" che Eluard possa sperare. Ciò malgrado, alla vigilia delle nozze, si sente sprofondare "in un abisso di malinconia". "La vita, la poesia, le donne, i grandi viaggi, le piccole passeggiate" non hanno più senso se lui non è rassicurato dalla voce, dalla presenza di Gala: "Mi occorre la tua nudità", dice, "per desiderarne altre". Qualche mese dopo, però, sembra rasserenato: Nusch è una creatura "interamente devota, perfetta" e Paul, placato il tormento dei sensi, crede di poter ormai amare Gala "con tranquillità". Al massimo le esprime il desiderio di "appoggiarsi sulla sua spalla", confidandole la propria malinconia di inguaribile romantico. Il 27 novembre 1946, da Montana, in Svizzera, le indirizza una lettera patetica: "Ho paura che quando finalmente ci rivedremo mi troverai vecchio. Non so veramente più ridere come prima. Ma so sorriderti, mia piccola Gala di sempre, anche da lontano, da queste montagne che conosciamo così bene". L'indomani, improvvisamente, Nusch soccombe ad un'emorragia cerebrale. "Il mio amore così lieve acquista il peso di un supplizio", scrive il poeta, che da quel momento, nonostante l' ultimo raggio di luce introdotto nella sua vita dalla terza moglie Dominique, si abbandona sempre più alla tristezza.
Purtroppo, come dicevamo, mancano le lettere di Gala di questo periodo. Ma quelle, pubblicate in appendice, che Gala scrisse nel 1916 al fidanzato (Eluard faceva a quel tempo il soldato in un servizio ausiliario) ci rivelano un volto inatteso della donna che scatenò passioni così travolgenti. Sono lettere scritte in un francese pittoresco e approssimativo da una ragazza ingenua, al tempo stesso sottomessa e appassionata, che sembra molto più giovane dei suoi ventidue anni. Vive a Parigi sotto la tutela vigile della futura suocera; esce di casa solo per andare a prendere lezioni di francese. A colui che chiama "il mio povero piccolo bambino" o, per anticipazione, "il mio caro marito" (si sposeranno l' anno dopo) confida le sue "idee folli" - per esempio il terrore che Paul sia fatto prigioniero - e il suo desiderio di diventare una moglie perfetta, cioè una brava casalinga, anche se un po' civetta; inoltre leggerà "molto molto". Paul, insiste, non devi preoccuparti delle mie "qualità puttanesche", perché il nostro amore è "unico e sacro". Dalle lettere traspare un' esaltazione e una sensualità latente, ma anche un grande ideale di purezza e una sincera religiosità. Per esempio Gala si chiede se è lecito, per lei russo-ortodossa, convertirsi al cattolicesimo: cambiare religione per un uomo "non significa forse tradire Dio"? Scrive ancora a Paul: "Benedico la tua vita; se mi ami conservala preziosamente, perché senza di te sarei come una busta vuota".
Si è detto molto male di Gala. Si è detto che era una donna cinica, ambiziosa, avida e lussuriosa, che già vecchia "si faceva" tutti i pescatori della Costa Brava. Ma per l'amore che almeno inizialmente dimostrò a Paul Eluard, per le passioni tormentose ma creative che seppe ispirare a un grande poeta e a un grande pittore, molto le sarà perdonato. Ora riposa in pace nella cripta del castello di Pubol, situata sotto la camera da letto dove l'estenuato Salvador Dalì sta lentamente spegnendosi.

“la Repubblica”, 1 dicembre 1984

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