Quando l’annegata sull’acqua
scendeva
dai ruscelli nei fiumi più grandi,
l’opale del cielo stupendo splendeva
come una carezza sopra il cadavere.
S’avvinghiarono a lei il fuco e le
alghe
e a poco a poco il suo peso s’accrebbe.
Freddi le nuotavano i pesci lungo le
gambe
piante e bestie trattennero il suo
ultimo viaggio.
A sera il cielo era oscuro come fumo
e con le stelle di notte teneva la luce
sospesa.
Ma all’alba era chiaro, ed anche per
lei
c’era ancora il mattino e la sera.
Quando il suo pallido corpo nell’acqua
non fu che marciume,
con il tempo anche Dio fu incline a
dimenticarla:
prima il suo volto e le mani e infine i
capelli.
Poi divenne una carogna con tante
carogne nel fiume.
da Libro di devozioni domestiche,
Einaudi, 1964 - Traduzione di Roberto Fertonani
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