12.6.19

Vittimismo e populismo (Umberto Eco)


Il vittimismo è anche tipico di ogni populismo. Mussolini ha provocato con l’attacco all’Etiopia le sanzioni, e poi ha giocato propagandisticamente sul complotto internazionale contro il nostro paese. Affermava la superiorità della razza italiana e cercava di suscitare un nuovo orgoglio nazionale, ma lo faceva lamentando che gli altri paesi disprezzavano l’Italia. Hitler è partito alla conquista dell’Europa sostenendo che erano gli altri a sottrarre lo spazio vitale al popolo tedesco. Che è poi la tattica del lupo nei confronti dell’agnello. Ogni prevaricazione deve essere giustificata dalla denuncia una ingiustizia nei tuoi confronti. In definitiva il vittimismo è una delle tante forme con cui un regime sostiene la coesione del proprio fronte interno sullo sciovinismo: per esaltarci occorre mostrare che ci sono altri che ci odiano e vogliono tarparci le ali. Ogni esaltazione nazionalistica e populistica presuppone la coltivazione di uno stato di continua frustrazione.
Non solo, il poter lamentare quotidianamente il complotto altrui permette di apparire sui media ogni giorno a denunciare l’avversario. Anche questa è tecnica antichissima, nota anche ai bambini: tu dai uno spintone al tuo compagno del banco davanti, lui ti tira una pallina di carta e tu ti lamenti col maestro.

Da Demonizzare Berlusconi?, in “Micromega”, settembre 2003

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