Il posseder più lingue
dona una certa maggior facilità e chiarezza di pensare seco stesso,
perché noi pensiamo parlando. Ora nessuna lingua ha forse tante
parole e modi da corrispondere ed esprimere tutti gl'infiniti
particolari del pensiero. Il posseder più lingue e il potere perciò
esprimere in una quello che non si può in un'altra, o almeno così
acconciamente, o brevemente, o che non ci viene così tosto trovato
da esprimere in un'altra lingua, ci dà una maggior facilità di
spiegarci seco noi e d'intenderci noi medesimi, applicando la parola
all'idea che senza questa applicazione rimarrebbe molto confusa nella
nostra mente. Trovata la parola in qualunque lingua, siccome ne
sappiamo il significato chiaro e già noto per l'uso altrui, così la
nostra idea ne prende chiarezza e stabilità e consistenza e ci
rimane ben definita e fissa nella mente, e ben determinata e
circoscritta. Cosa ch'io ho provato molte volte, e si vede in questi
stessi pensieri scritti a penna corrente, dove ho fissato le mie idee
con parole greche francesi latine, secondo che mi rispondevano più
precisamente alla cosa, e mi venivano più presto trovate. Perché
un'idea senza parola o modo di esprimerla, ci sfugge, o ci erra nel
pensiero come indefinita e mal nota a noi medesimi che l'abbiamo
concepita. Colla parola prende corpo, e quasi forma visibile, e
sensibile, e circoscritta.
Zibaldone, 94-95
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