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di quasi un decennio fa, ma questa lettura della pedofilia clericale
(che fu anche di papa Ratzinger) non è stata mai sconfessata. Rino Fisichella, l'amico della Fallaci, non è più il rettore dell'Ateneo Pontificio, ma presiede
la Commissione Pontificia per la Nuova Evangelizzazione e
specificamente si occupa di santuari: è stato proprio lui ad
annunciare pochi giorni fa l'invio di un vescovo ispettore per capire
che cosa accade a Lourdes, specialmente nella condizione di
pellegrino.
È di quelli che, se dissentono dal papa argentino, non
lo dichiarano; anzi ha proprio detto che non si fa. Insomma preferisce
il lavorìo sotterraneo.
Un bel libro di Polito parla in questi
giorni della solitudine di Francesco, il quale per rimediarvi si vede costretto a sopportare amici e
compagni del tipo di Fisichella, già cappellano del berlusconismo. Per il papa l'alternativa sembra essere tra “meglio soli che male accompagnati” e “dagli
amici mi guardi Iddio”. (S.L.L.)
Fisichella |
Dunque
per Monsignor Fisichella, Presidente della Pontificia Accademia per
la Vita, pedofilia e abusi sui minori nella Chiesa, dipendono da «una
cultura che ritiene che tutto sia ammissibile», diffusasi dagli anni
’60. Ovvero: non è stata la repressione sessuale a favorire certe
pratiche. Bensì la libertà sessuale degli anni 60, etc.
Curioso
modo di ragionare! Ipocrita e irritante. Che la dice lunga su certi
orientamenti culturali di questo pontificato, di cui il teologo
Fisichella voluto in quel ruolo da Ratzinger pare espressione, almeno
in questo caso. Lasciamo da parte il fatto che la Chiesa di Roma ha
sempre secretato gli abusi, facendo divieto di rivelare il contenuto
dei processi nei tribunali canonici. E che solo quando certi fatti
gravi esplodono è poi costretta a dar mostra di intervenire. Il
punto è un altro. E sta nel dato incontrovertibile che la
Chiesa-Istituzione è sempre stata impermeabile a qualsivoglia
ideologia libertaria relativa a sesso e sessualità. Perseverando
nella chiusura ermetica su anticoncezionali, celibato, sacerdozio
femminile, divorzio, per non parlare di aborto e fecondazione
artificiale. E perseverando nell’additare nella castità un
perficere perfectum,
una meta ideale pure per i laici, fatto salvo l’obbligo di generare
per i coniugati.
Talché
prendersela con la liberazione sessuale è un discorso da carceriere,
che davanti a certe evasioni se la prende con le catene troppo
lasche. Fughe che purtroppo non sono preti che gettano la tonaca alle
ortiche, ma spesso preti che esprimono la loro libido repressa in
modo distorto, restando ligi al sacerdozio. È il destino dello zelo
ipocrita: il diavolo sessuale cacciato dalla porta rientra dalla
finestra. Svelando altarini desolanti: sadismi, violenze, abusi. Con
esistenze irreparabilmente rovinate. E arcivescovi e vescovi che
coprono i misfatti e tacciono, ad maiorem dei gloriam.
Per inciso: il colmo della beffa è che a difendere il
tradizionalismo c’è il pio Berlusconi, devoto di Don Verzè. Che
dichiara di non aver bisogno di dirgli i suoi peccati, quando si
confessa con lui!
l'Unità, 17 marzo 2010
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