Esattamente 25 anni fa,
dopo una pesante e inattesa sconfitta alle elezioni, si dimetteva da
segretario del Pds Achille Occhetto, il protagonista della svolta che
aveva portato allo scioglimento del Pci e alla nascita del nuovo
partito. In quell'occasione Vincenzo Vasile intervistò Giovanni
Berlinguer che, dopo aver ribadito il suo giudizio positivo sulla
“svolta” e sulla figura di Occhetto, esprimeva riserve sul modo di essere del nuovo partito, negativamente condizionato dalla struttura correntizia. (S.L.L.)
Giovanni Berlinguer con il fratello Enrico |
Io non sono nostalgico
del vecchio partito. Voglio ricordare, però, una riflessione di
Tullio De Mauro, proprio sulle colonne dell'Unità. Cioè: mi
richiamo alle parole di un intellettuale che, non essendo stato mai
iscritto al Pci, non può esser certamente accusato di nostalgie...
De Mauro, in quell'occasione ammoniva su come nel vecchio partito ci
fosse una struttura, direi un'articolazione, molto percettiva di quel
che andava avvenendo nella società.
Tutto un tessuto che
trasmetteva gli umori, i desideri, verso il centro
dell'organizzazione. E di questo si teneva molto conto, poi,
nell'elaborare orientamenti e direttive, anche se, su alcuni
punti-chiave, c'erano naturalmente posizioni precostituite,
immutabili: però, esisteva - quasi sempre – questo flusso
bidirezionale.
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