Vitaliano Brancati |
Ogni tanto dall'Africa
arriva un veloce vento di fuoco, il temuto vento del sud: le piazze
si arroventano in tal modo che i bambini scalzi, uscendo di casa al
mattino, si bruciano le calcagna e mandano un grido, come se
corressero sui mattoni di un forno; poco dopo si avvolgono i piedi
con fasci di giornali e camminano lenti e circospetti, seguiti dai
più selvaggi cani del quartiere che, in quel giorno, son diventati
buoni, stanchi e bisognosi di un padrone. I cittadini di X cercano
ristoro nel mare, dove li reca una fila di tranvai, lenti e
sobbalzanti come le ceste che, sopra i carri, portano le galline da
un paese all altro.
Per tre giorni dura il
vento del sud, poi cade, e giunge lo scirocco. Lo scirocco è meno
furente, ma più sottile nel tormentare gli uomini. L'aria si svuota,
e i cervelli, secondo la felice espressione di Masolino Ricasoli,
giovane umorista della città, noto in quasi tutta l'Italia e
residente a Milano, «i cervelli salgono nei crani come l'acqua
gassata nel collo della bottiglia dalla quale è saltato il
turacciolo». Il mare diventa paludoso e pesante, il cielo si sporca
e, a causa dell'umidità, si ha l'impressione di aver messo la mano
sul ventre di un pipistrello.
[...]
Da Tutti i racconti,
Oscar Mondadori, 2002
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