Lucia Sarzi |
Dal celebre libro di memorie di papà Cervi, curato da Renato Nicolai, riprendo un brano assai poetico, il dialogo e il saluto tra Lucia Sarzi e Aldo Cervi, nell'autunno del 1943. Lucia, che all'epoca ha 23 anni, è figlia di una famiglia di teatranti girovaghi antifascisti, di origine mantovana. Ha già conosciuto il carcere per le sue idee avverse al regime e alla guerra. Aldo è più vecchio (34 anni), già capace di scelte controcorrente: la sua indipendenza di giudizio trova qualche critica anche nelle file dei partigiani comunisti, generalmente meno autonomi e più disciplinati. (S.L.L.)
Aldo Cervi |
Ormai, però, i prigionieri erano diventati troppi a casa mia, allora erano trenta.
Viene Lucia Sarzi ai primi di novembre e dice che il Comitato di Liberazione vuole sfollati i prigionieri, che il rischio è troppo grande. L'ultimo scaglione deve partire il giorno 25. Ma Aldo dice che ormai il rischio c'è stato, e tanto conviene tentare che la maggior parte dei prigionieri resti nel reggiano, anche se non a casa nostra, ma a combattere insieme ai partigiani.
In mezzo a tutto quel pericolo, Aldo era contento di aver rivisto Lucia. Uscirono insieme in bicicletta, era l'ultima volta che si vedevano. Aldo ha un presentimento e dice: "Lucia, insegnami una canzone nostra, che se mi fucilano voglio cantarla prima di morire".
"Che idee lugubri - fa Lucia, - io la canzone te la insegno, ma per vivere".
"Vorrei tanto vivere e tanto amare, ma viene il tempo che a ciascuno sarà chiesto il massimo. Comunque insegnami la canzone".
Lucia scherzò un po' su quella parole profetiche di Aldo, ma poi si fece seria e cantò:
«Non siam più la Comune di Parigi
che tu borghese schiacciasti nel sangue,
non più gruppi isolati e divisi,
ma la gran classe dei lavorator»
Aldo rimase commosso e disse: "E’ vero, Lucia, prima tutti i proletari morivano senza sapere dove andava il loro sacrificio, oggi lo sappiamo. Ma oggi il sangue è ancora sangue, finché verrà un giorno che questo destino sarà sciolto".
Lucia era diventata pensierosa: "Certo, noi siamo quelli che preparano quel giorno, ma non lo vedremo".
"Chissà – rispose Aldo -, ma se mi chiedessero in quale tempo vorrei rinascere, sceglierei sempre questo".
Così si salutarono e si fecero gli auguri…
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