23.11.12

Croce, lo storicista che destoricizza (S.L.L.)

Riprendo questa breve nota dagli appunti per un corso di storia della letteratura e critica letteraria, tenuto in Cgil come preparazione dei giovani laureati ai concorsi a cattedra. Dell'anno non son sicuro: ultimi anni 80, orientativamente. (S.L.L.)
Benedetto Croce
Per Croce l'elemento essenziale della letteratura è la poesia, forma aurorale dell'attività teoretica dello spirito, intuitiva, e in quanto tale non storicizzabile.
Compito della critica è separare la poesia dalla non-poesia. Solo la non-poesia (struttura, oratoria, tecnica letteraria) è storicizzabile. La forma caratteristica della critica è il saggio critico, che della poesia individua e ricrea gli elementi costitutivi e i loro reciproci rapporti: la poesia è infatti unità tra intuizione (il cogliere l'universale nel particolare) ed espressione.
Una storia dell'attività letteraria che voglia descriverne e caratterizzarne l'essenza (cioè la poesia) è un controsenso (la poesia non può avere storia).
Quelle che convenzionalmente sono chiamate storie letterarie, quando sono valide, altro non sono che raccolte di saggi critici storicamente disposti.

Postilla
Coerentemente Croce destoricizza termini come romanticismo, considerato il momento del fieri, del sentimento, della poesia nel suo farsi e classicismo, considerato il momento del perfici, del risolversi nella poesia del sentimento in forma. Ogni vera poesia in questa luce è insieme classica e romantica.

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