Fabian Negrin - Frida e Diego.Una favola messicana Particolare dalla illustrazione di copertina |
Come si racconta ai
bambini una storia realmente accaduta, o magari la vita di un
personaggio famoso o importante, evitando allo stesso tempo
l’intenzione didattica, la tentazione di impartire ammonimenti e
imporre modelli?
Ci hanno provato in
molti, spesso con esiti incerti perché l’agiografia è sempre in
agguato. Ma le «fiabe vere» perfettamente riuscite non mancano, e
un primo esempio ce lo offre, per i lettori dai sette ai nove anni,
una delicata biografia di Charlie Chaplin, Io e Charlot
(Biancoenero edizioni , pp. 76, euro 9,50) scritta da Arianna Di
Genova e illustrata da Alessandro Sanna: la storia di un bambino
poverissimo che trascorre l’infanzia nei quartieri più desolati di
Londra, un piccolo vagabondo che dorme spesso tra i cespugli e a
volte non ha da mangiare, ma che in strada e dalla strada impara cose
straordinarie. La chiave scelta dall’autrice – che accompagna
Chaplin fino agli anni americani e alla regia del Monello –
è quella di un racconto in prima persona, semplice e coinvolgente: è
lo stesso Charlie a narrare tempi difficili ma illuminati
dall’avventura e da un talento precocissimo. Consapevole della
capacità infantile di resistere e sopravvivere, Arianna Di Genova ha
saputo trasformare i primi anni di Chaplin in una storia avvincente,
non priva di spigoli ma anche fitta di gioie e di esperienze
insolite, ciascuna delle quali contribuirà a creare Charlot.
Una storia a lieto fine,
dunque, anzi la storia di un trionfo, così come lo è quella
raccontata in L’autobus di Rosa (Orecchio Acerbo, euro 15;
il libro ha il patrocinio di Amnesty international), scritta da
Fabrizio Silei e illustrata dalle bellissime tavole di Maurizio A.C.
Quarello, artista eclettico che qui arriva a ricordare la pittura e
il cinema americani del ‘900 e a tratti allude apertamente a
Hopper. Rosa Parks, lo sanno tutti, è la donna che un giorno,
nell’Alabama degli anni ’50, rifiutò di cedere a un bianco il
suo posto sull’autobus e diede così inizio al colossale
boicottaggio che portò all’abolizione cartello «White only» sui
mezzi pubblici. La sua storia diventa qui l’oggetto di una
trasmissione di esperienza da nonno a nipote: un bagno nella memoria
che parte dall’Henry Ford Museum, dove il vecchio ritrova l’autobus
su cui gli era capitato di viaggiare con Rosa Parks, proprio quel
giorno. La storia di tutti si trasforma così anche in vicenda
personale e in «fiaba» di famiglia, per avvicinarla ai lettori
bambini nel modo più convincente.
Un altro modo ancora di
raccontare personaggi veri ai piccoli è quello di reinventarsi la
realtà, di tirarne fuori una fiaba che è anche un viaggio
attraverso le tradizioni culturali di un paese lontano. Frida e
Diego. Una favola messicana (Gallucci, pp. 40, euro 17), è un
libro scritto e illustrato da Fabian Negrin, che immagina Frida Khalo
e Diego Rivera ancora bambini ma già innamorati: lei gelosa e lui
traditore, in un primo novembre (el Día de los Muertos,
festeggiato in Messico con molta allegria, molti dolciumi e
fantastici altari: un modo per esorcizzare la morte, e insieme
riverirla) finiranno nel paese degli scheletri, da cui potranno
uscire solo grazie a uno dei famosi «cani nudi» degli Atzechi.
Sulla bravura di Negrin, autore ormai sperimentato e illustratore di
eccezionale livello (il suo L’ombra e il bagliore, edito da
Orecchio Acerbo, ha appena vinto il CJ Picture Book Award), è quasi
inutile insistere: basti dire che questo libro è tra i più belli
che un bambino possa oggi ricevere in dono, per avvicinarsi domani ad
altrimondi, altre immagini e alla pittura di due artisti vissuti al
di là dell’Oceano.
“il manifesto”, 29
novembre 2011
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