14.1.15

Charlie. Omaggio al compagno Georges Wolinski

Nel nostro giro di amici fb, il compagno Corrado Marino, che ha il buon gusto dei cuochi e l'intelligenza degli elettricisti, ha fatto girare una foto di Georges Wolinski, uno degli ammazzati di “Charlie Hebdo”, che a una festa dell'“Humanité” offriva ai lavoratori le sue migliori vignette, con lo slogan che “niente è troppo bello per la classe operaia”. Un compagno insomma, i cui disegni e le cui “ministorie”, la cui matita graffiante e la cui cattiveria intellettuale accompagnano da molto tempo anche in Italia la nostra militanza e la nostra scelta classista.
Qui ho costruito una miniantologia con quel pochissimo che avevo in casa e di sicuro non è il meglio, ma mi pare significativo di questo suo accompagnarci.
Le prime due cose di Wolinski che qui trovate risalgono al mitico Sessantotto: corredavano su “Giovane Critica”, insieme ad altre sue e di altri disegnatori, un dossier di bilancio sul maggio, costruito da Giampiero Mughini, il quale non aveva ancora deciso di sprecare la sua intelligenza nelle cazzate juventine e nell'anticonformismo filopadronale. Vi si prende in giro il tradizionalismo culturale e politico della Francia borghese, contestata nei suoi valori dai suoi stessi figli.
La storiella sull'imprenditore, con i dialoghi tradotti, l'ho ripresa da un “Linus” dei primi anni Ottanta e a un numero di “Tango” (il supplemento satirico de “l'Unità”) di qualche anno dopo rimandano le due vignette che seguono.
L'ultima cosa l'ho ripresa dalla rete: è di pochi anni fa (2010, forse) ed è un omaggio all'Italia, amatissima anche come terra d'origine della madre, Lola Bembaron. 
Io non dirò la frase di moda “io sono Wolinski”: non è facile essere Wolinski, non solo per la genialità, ma anche per la tenuta. Dirò “Grazie compagno Georges”. (S.L.L.)

Da "Giovane Critica" n.19 dicembre 1968

L'ESAME

FILS DE TUÉS (ORFANI DI GUERRA)
- Gli orfani di guerra... Tre minuti di raccoglimento, l'undici novembre alle 11... Ma io sono orfano di guerra ... E anche mio padre era orfano di guerra... E sono le 11 dell'11 novembre.
- Ah! Ah! Ah!... Ouaaah!
- Piccola canaglia! ... Tu, allora, non rispetti niente?
- Io non sono orfano di guerra.Io,papà.
- Credi forse di meritartelo?! 
Da "Linus", Anno XVII n.11, novembre 1981

L'IMPRENDITORE


Da "Tango", supplemento de "l'Unità", maggio 2006

DIBATTITO SUL NUCLEARE

LA MAMMA

Dalla rete
LA PIZZA

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